Pesca: Alpaa Calabria, mobilitazione settore continua

CATANZARO. “La mobilitazione promossa dall’Alpaa Cgil del 24 aprile, ha visto un gran numero di Pescatori provenienti da tutte le marinerie del mezzogiorno d’Italia manifestare compostamente in piazza Montecitorio l’esigenza di un’attenzione maggiore al comparto, chiedendo a gran voce misure urgenti per tamponare il grave stato di crisi che attraversa la Pesca meridionale che da sempre vive in prevalenza del reddito proveniente dai cosiddetti “grandi pelagici”, ovvero pescespada e tonno”. Lo si legge in una nota dell’Alpaa-Cgil calabrese. “Proprio per la pesca al tonno, – si fa rilevare – che è regolamentata da un sistema a quote TAC (totale ammissibile di cattura), si chiedeva un riequilibrio tra i sistemi di pesca che fino al 2014 aveva privilegiato la circuizione con l’assegnazione del 75% del pescabile italiano a 12 barche, lasciando le briciole al sistema Palangaro che vede interessate solo 30 barche e di fatto negando la possibilità di pescare a più di 8000 unità da pesca con questo sistema, composte prevalentemente da piccole imbarcazioni. I pescatori chiedevano, inoltre, – si evuidenzia – la possibilità di derogare in maniera temporanea ad un decreto ministeriale che impone di riconvertire alcuni tipi di rete adeguandola, a loro spese, ad una maglia più stretta cosa che, ovviamente, con la scarsissima o quasi nulla disponibilità di risorse finanziarie, determinata anche dai divieti alla pesca dei grandi pelagici, diventa praticamente impossibile per la pesca artigianale, precludendo quindi a migliaia di famiglie di pescatori il reddito necessario per soddisfare le condizioni minimali al mantenimento delle attività ed i bisogni primari di una vita decorosa”. “Di fatto – continua la nota – le rivendicazioni avanzate possono tradursi nella richiesta non di soldi, ma della possibilità di sbarcare il lunario nella legalità e con dignità! Insomma, un accorato richiamo al buon senso, da parte di migliaia di operatori, che in definitiva chiedono ascolto e rispetto! Bene, a queste legittime istanze il Ministero ha pensato bene di rispondere nel più arrogante dei modi possibili ovvero non rispondendo. Si, perchè a ricevere i pescatori al Mipaaf non c’era il Ministro, non c’era neanche il Sottosegretario che, in molte occasioni, si era proclamato attento ai bisogni del comparto, ma a rispondere al disagio sociale del mondo della pesca era presente un imbarazzatissimo Direttore Generale il quale, ahi lui, non ha potuto far altro che rispondere vacuamente e in “burocratese” alle richieste dei tanti pescatori presenti. Insomma, un preoccupante vuoto dialettico. A questo inquietante atteggiamento, negligente e irrispettoso del governo nazionale, – si legge infine – il mondo della pesca risponde con un rinnovata e rafforzata determinazione, mantenendo lo stato di agitazione e preannunciando, qualora fosse necessario, a sostegno delle proprie ragioni, ulteriori iniziative di lotta e mobilitazione”.