Pedopornografia, Marziale: “No a ridimensionamento Polizia postale”

Pedopornografia, Marziale: “No a ridimensionamento Polizia postale”

CATANZARO. Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, ha partecipato giovedì mattina a Catanzaro, al Parco della Biodiversità, all’apertura della tappa di “Una vita da social”, campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e con il patrocino dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza nazionale, nell’ambito dei progetti di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori. A margine della cerimonia, il Garante ha dichiarato: “Dobbiamo molto alla Polizia Postale e delle Comunicazioni sul piano della prevenzione e del contrasto di reati, come la pedopornografia online, che possiamo definire crimini contro l’umanità debole e indifesa. L’attenzione e la dedizione degli operatori alla tutela dei più piccoli è totale e fra le più specializzate al mondo ed è per questo che la tappa catanzarese del progetto, giunto alla quarta edizione, cade proprio nel momento storico in cui il Governo ha deciso di ridimensionarne la presenza sul territorio nazionale, chiudendo ben 30 sedi operative. Ritengo tale provvedimento ignobile – ha aggiunto – ed in netto contrasto con il bisogno di sicurezza di cui il Paese abbisogna, tanto più adesso che sul web viaggiano le minacce più variegate all’ordine locale e globale, dall’adescamento di bambini online al terrorismo. Conosco da vicino la Polizia Postale, avendo collaborato con essa a stretto contatto nel periodo in cui ho lavorato in maniera determinante al tavolo ministeriale preposto alla stesura del Codice Internet & Minori vigente – spiega Marziale – e proprio la conoscenza diretta dell’alta professionalità che la contraddistingue a livello transnazionale mi spinge a rivolgermi al Governo per chiedere una revisione del provvedimento. Non è accettabile che una realtà così prestigiosa venga sacrificata alla logica della spending review – conclude il Garante – e sono ben altri i costi da contenere, senza dover penalizzare un punto luce della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza”.

 

 

 

 

 

 

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