Pd, Viscomi: “No alla fase congressuale ridotta a pura conta”
“La fase congressuale non può ridursi alla conta nominativa in una logica amico-nemico che ha fatto solo danni”. Lo ha affermato il deputato del Pd, Antonio Viscomi, vicepresidente della Regione, con riferimento all’assemblea regionale del partito che si è svolta ieri e che è stata aggiornata al 4 aprile. Secondo Viscomi “il Partito democratico, e quello calabrese in particolare, deve tornare a essere luogo proprio di un pensiero collettivo, capace di un dinamismo politico autonomo rispetto a ogni spazio istituzionale e di governo, anche per evitare gli effetti perversi derivanti dalla sovrapposizione tra sfera della rappresentanza e dimensione istituzionale, e quindi tale da riconquistare la testa e il cuore dei cittadini. Se così è, allora, in questo momento – ha aggiunto il parlamentare democrat – sarebbe veramente un grave errore dare avvio a una inutile corsa alla conta, realizzata per di più secondo metodi che già nel passato hanno dimostrato la loro perversione effettuale. D’altronde, a che serve e a chi serve conquistare un partito e perdere gli elettori? Semmai, è il momento di aprire le porte e ascoltare tutti coloro, e sono tanti, che hanno voglia di tornare a fare politica”. Viscomi ha poi osservato: “Il Pd non può essere il partito degli eletti, a qualsiasi livello, ma deve essere una comunità politica di chi insieme cerca di cambiare questo mondo. Per questo ho detto fin dalla notte elettorale: riapriamo i circoli, i circoli prima di tutto, i circoli non siano vittime di logiche proprietarie. Questo è un dovere morale, prima che politico, ma – ha rilevato il deputato del Pd – è anche una precisa direzione di marcia per un partito che deve riscoprire la sensibilità e la capacità di leggere i mutamenti sociali. Se così non sarà, è facile profezia che il Partito democratico calabrese sarà condannato alla assoluta irrilevanza e alle prossime verifiche elettorali si risveglierà in preda ad un senso di ancor più totale smarrimento. Per questo la fase congressuale può e deve diventare una palestra di discussione e di confronto di idee e – ha concluso Viscomi – non può ridursi alla conta nominativa in una logica amico/nemico che ha fatto solo danni in questa terra”.