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Parolin: “Il santuario di Torre Ruggiero è una piccola Lourdes”

Parolin: “Il santuario di Torre Ruggiero è una piccola Lourdes”

 

“Imitiamo la Vergine Maria traducendo nella nostra quotidianità l’amore per il Signore”. Lo ha affermato il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, nel corso dell’omelia pronunciata nella solenne messa al Santuario di Torre di Ruggiero (Catanzaro) per la festa della Madonna delle Grazie. Nell’omelia della santa messa, concelebrata con l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, il cardinal Parolin si è soffermato soprattutto sul valore dell’umiltà e sull’importanza della quotidianità per ogni fedele. “Mi sento particolarmente commosso perché – ha esordito il Segretario di Stato Vaticano – l’11 agosto ero a Lourdes per celebrare la festa dell’Assunzione, e oggi, 8 settembre, festa della Natività di Maria, celebriamo questa solennità mariana in un’altra Lourdes, perché ho letto, dalle note inviatemi da monsignor Bertolone, che il santuario di Torre di Ruggiero è chiamato piccola Lourdes. Questo può essere motivo di gloria, non di vanagloria, si può essere orgogliosi di questa coincidenza tra Lourdes e questa piccola Lourdes, che speriamo cresca nella devozione di tutti i fedeli”. Secondo il cardinale Parolin, poi, “la storia della nostra salvezza non passa sulle strade del sensazionale ma si svolge attraverso gli umili e impegnativi sentieri della realtà, nel battito ordinario in cui trascorre la vita di ogni giorno. Dio ama sommamente l’umiltà, senza l’umiltà non è possibile piacere a lui, mentre respinge l’ostentazione e la superbia. Per questo – ha ricordato il cardinale Parolin – ha amato Maria. L’umiltà di Maria è la condizione, il luogo in cui primariamente si attua la salvezza offerta da Cristo all’umanità. Nei dipinti di Maria domina la semplicità domestica. La nostra quotidianità agli occhi di Dio non è qualcosa di trascurabile, né di accessorio, perchè è proprio quello l’ambito in cui il Signore vuole operare cose grandi, per il bene di tutti. La grandezza di Dio – si vede dal Vangelo – ama nascondersi e passare attraverso le umili vicende degli uomini, purificandole con il suo amore misericordioso e elevando coloro che lo accolgono con sincerità. Credere nei preparativi dell’Incarnazione significa riconoscere la necessità della collaborazione dell’uomo all’attuazione della salvezza del mondo”. Infine, il cardinal Parolin ha osservato: “Il Signore Gesù non si separa dalla storia umana ma vi rientra pienamente, Questo Santuario di Santa Maria delle Grazie a Torre Ruggiero, a cui i fedeli giungono in gran numero come oggi nonostante le restrizioni del Covid, deve unire, collegare terra e cielo. La Vergine desidera che noi accogliamo Dio nella vita come lei lo ha accolto, e ciò significa accettare con gioia che Dio entri nella nostra vita quotidiana, incidendo in profondità nel nostro modo di vivere. Il vero credente – ha proseguito il Segretario di Stato Vaticano – è colui che su questa terra muove passi concreti, alla luce delle realtà ultraterrene, che sono la meta suprema a cui guarda. E’ in questo modo che la vita diventa autentica, lontana da ogni ipocrisia, da ogni compromesso con il male, aprendosi sempre di più alla verità, alla trasparenza, all’amore, alla disponibilità pronta e generosa verso ogni essere umano. Con eterna dolcezza oggi la Madonna ci ricorda che la fede cristiana deve innervarsi in tutte le occasioni, cominciando da quelle più semplici e quotidiane: la casa, la scuola, il lavoro. La devozione mariana – ha dichiarato il Papa – è un patrimonio religioso culturale da salvaguardare nella sua originaria purezza, liberandosa da sovrastrutture, poteri o condizionamenti che non rispondono ai criteri evangelici di giustizia, libertà, onestà e solidarietà. Imitiano allora, fratelli e sorelle, la Vergine Maria traducendo nella nostra quotidianità l’amore per il Signore: è anzitutto lì – ha concluso nell’omelia il cardinale Parolin – che egli desidera presentarsi ogni giorno nel mondo, attraverso la testimonianza viva di noi suoi discepoli”.

 

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