Parenti delle vittime sulla spiaggia di Steccato in cerca di un ricordo
I parenti delle vittime del naufragio del 26 febbraio al largo delle coste calabresi hanno cercato ricordi dei loro cari sulla spiaggia di “Steccato” di Cutro per l’intera giornata del 2 marzo. Sono arrivati già dal mattino del 2 marzo, dapprima alla spicciolata e poi via via sempre più numerosi, rimanendo sulla spiaggia anche quando si è fatto buio con l’aiuto di pile elettriche, accendini e lanterne. Sono i parenti delle vittime del naufragio del barcone carico di migranti naufragato domenica 26 febbraio davanti alla spiaggia di “Steccato” di Cutro, nel Crotonese. Un mesto pellegrinaggio che si è protratto per alcune ore alla ricerca di effetti personali appartenuti ai loro cari che non ci sono più. Ricerca dall’esito prevalentemente negativo. Un documento d’identità, una fotografia, qualche oggetto personale, qualsiasi cosa, insomma, che potesse ricordare loro i parenti vittime di questa tragedia. Il più delle volte la ricerca ha dato esito negativo, perché non è stato trovato nulla. In qualche caso qualcosa è stato rintracciato, ma nulla di particolarmente significativo e, soprattutto, che potesse consentire di collegare direttamente l’oggetto trovato a qualcuna delle vittime. È rimasta senza una proprietaria anche la piccola bambola di pezza abbandonata nei pressi del relitto dell’imbarcazione naufragata. Nessuno sa di chi sia e non c’è nulla che possa consentire di collegarla direttamente a qualcuna delle piccole vittime del naufragio che, al momento, sono 14, più un numero imprecisato di dispersi.