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Operazione Scolacium, Capomolla: “Le cosche cercavano spartizioni per evitare scontri” (VIDEO)

Operazione Scolacium, Capomolla: “Le cosche cercavano spartizioni per evitare scontri” (VIDEO)

“Tentativi di spartizione per evitare scontri” sono stati intercettati dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Scolacium” condotta contro le cosche Catarisano, attiva sui territori di Roccelletta di Borgia, Borgia, Cortale e Girifalco, e Bruno, attiva sui territori di Vallefiorita, Amaroni, Squillace e comuni limitrofi. A dirlo è stato il procuratore facente funzioni di Catanzaro Vincenzo Capomolla. Il magistrato ha spiegato che i due gruppi “si contendono i territori” e sono stati registrati numerosi “episodi di estorsione, atti intimidatori e atti incendiari”. Gli interessi dei due clan si estendevano sulle attività turistiche, come i lidi della costa jonica, il settore boschivo, edilizio e anche il business delle pale eoliche. Il procuratore aggiunto Giancarlo Novelli ha sottolineato che, benché già coinvolti nel procedimento denominato Jonny e da altri provvedimenti giudiziari, “questi soggetti continuavano a operare. Nonostante il regime penitenziario, c’erano interferenze con l’attività criminale”. “Quando un esponete di vertice veniva arrestato – ha detto il colonnello Roberto di Costanzo, comandante del Reparto operativo – veniva sostituito da soggetti legati da legami familiari”. “Si è registrato un forte clima di omertà – ha aggiunto il colonnello Giuseppe Mazzullo, comandante del Comando provinciale – che ha alimentato l’aggressività delle associazioni criminali”. Solo una volta, posti davanti al fatto compiuto, le vittime in alcuni casi hanno ammesso le vessazioni subite. “E’ emerso il profilo imprenditoriale dell’associazione coadiuvata – ha detto Di Costanzo – da imprenditori che nel migliore dei casi erano concorrenti esterni e nel peggiore dei casi erano intranei all’organizzazione”. Dall’inchiesta è emerso anche un “totale disprezzo della legge, sia da un punto di vista giuridico che sociale”. Da parte delle vittime, ha rimarcato Di Costanzo, c’era “una sorta di Sindrome di Stoccolma”. Dalle indagini è emerso anche un sequestro di persona nei confronti di un imprenditore punito perché non aveva ottemperato ai desiderata delle cosche. Nel corso delle perquisizioni effettuate oggi nel corso dell’operazione, uno degli indagati è stato trovato in possesso di una pistola beretta calibro 6.35 con matricola abrasa, caricatore inserito e colpo in canna.

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