Operazione Aemilia contro la ‘ndrangheta al nord: 117 in manette
BOLOGNA. Ci sono imprenditori, giornalisti e politici e anche appartenenti alle forze dell’ordine tra le persone coinvolte nella maxi operazione “Aemilia” contro la ‘ndrangheta coordinata dalla dda di Bologna che ha consentito l’arresto di 117 persone in tutta Italia. Tra i destinatari delle misure restrittive in carcere figura il giornalista Marco Gibertini a cui si contesta il concorso esterno in associazione di stampo mafioso per aver messo a disposizione del sodalizio, secondo il quadro accusatorio, uno spazio nella trasmissione da lui condotta sull’emittente Telereggio. Tra gli imprenditori del settore edile sottoposti a misure cautelari, poi, c’è Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore Vincenzo. Arrestato anche Augusto Bianchini che, sempre secondo l’accusa, avrebbe consentito a membri dell’associazione di gestire di fatto i lavori ottenuti in appalto dalla pubblica amministrazione in relazione allo smaltimento delle macerie del terremoto del maggio 2012. Tra gli arresti figura, inoltre, il poliziotto Domenico Mesiano, ex autista del questore di Reggio Emilia e ora trasferito, a cui gli inquirenti contestano anche di aver messo in atto minacce nei confronti di una giornalista del quotidiano “Il Resto del Carlino” di Reggio Emilia affinché non pubblicasse notizie relative alle infiltrazioni mafiose sul territorio. Coinvolti nell’inchiesta anche alcuni politici. Oltre al consigliere comunale di Reggio Emilia, Giuseppe Pagliani (arrestato), è indagato per concorso esterno in associazione di stampo mafioso anche l’ex presidente del consiglio comunale di Parma, Giovanni Paolo Bernini: secondo il quadro accusatorio, in cambio di favori, avrebbe chiesto ed ottenuto da alcuni dei componenti del presunto sodalizio criminale un impegno per raccogliere voti a suo favore in occasione delle elezioni comunali di maggio 2007. Per lui la procura aveva chiesta l’arresto che però non è stato concesso dal gip. ”Un intervento che colpisce una organizzazione criminale di proiezioni transnazionali, di portata imprenditoriale molto forte e radicata e, come tale, molto pericolosa proprio per gli equilibri economici, politici ed istituzionali di questa regione. Credo che sia stato fatto un gran bel lavoro”: così il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, ha espresso soddisfazione per l’esito della maxi operazione “Aemilia” contro la ‘ndrangheta coordinata dalla dda di Bologna. ”Non ricordo a memoria – ha detto il procuratore durante la conferenza stampa a Bologna – un intervento di questo tipo contro un’organizzazione criminale forte, monolitica e profondamente radicata nel territorio emiliano. Quella emiliana – ha spiegato Roberti – era la propaggine della ‘ndrangheta di Cutro che si era profondamente radicata nel territorio comprendendo anche profili di imprenditorialità, di politica e di informazione”. Il procuratore nazionale antimafia descrivendo l’operazione come “un’azione sinergica e corale” ha ringraziato i colleghi e le forze dell’ordine per un “risultato storico e senza precedenti”.