Avrebbe ucciso assieme al padre, arrestato in Germania il figlio di Vito Avenoso per l’omicidio del genero a Verzino

E’ accusato di concorso in omicidio e tentato omicidio il 32enne di Verzino, nel Crotonese, arrestato nella giornata di lunedì 17 gennaio, a Bamberg, in Germania, dalle forze di polizia del luogo, che hanno eseguito un mandato d’arresto europeo con il coordinamento dell’Unità Fast Italia del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Si tratta di Antonio Avenoso, figlio di Vito Avenoso, 64 anni, boscaiolo, che era stato arrestato, il 26 marzo dello scorso anno a Verzino per l’omicidio del genero Luigi Greco, 44 anni, e per il tentato omicidio del nipote, Francesco Greco, di 18 anni, al culmine di un dissidio familiare. Determinanti per l’emissione del provvedimento sono state le investigazioni condotte dai militari della Compagnia di Cirò Marina. La misura restrittiva recepisce infatti gli esiti delle indagini, condotte con il fondamentale supporto tecnico del Ris dei Carabinieri. Subito dopo l’omicidio di Luigi Greco, anch’egli boscaiolo, ed il ferimento alla testa del figlio della vittima, Francesco a colpi di fucile, i militari avevano sottoposto anche Antonio Avenoso all’accertamento “stub” per rilevare la presenza di polvere da sparo rilasciata dall’esplosione di un colpo d’arma da fuoco. Una scelta, quella di eseguire immediatamente gli accertamenti tecnici, che si è rivelata fondamentale nell’esito dell’indagine. Infatti, l’esame effettuato dal Ris di Messina sui campioni prelevati su Antonio Avenoso e dai suoi vestiti, trovati poco dopo l’omicidio nella cesta dei panni sporchi pronti per essere lavati, hanno rivelato la positività alla polvere da sparo. Una scoperta che, secondo gli investigatori, sconfessa la versione fornita dal 32enne ai Carabinieri quando è stato sentito come persona informata sui fatti il 26 marzo 2022; l’uomo in quell’occasione disse di non aver in nessun modo pianificato o condotto, in concorso con il padre, l’azione omicidiaria. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato associato a un Istituto penitenziario tedesco, in attesa dell’espletamento delle operazioni di rientro in Italia, per essere messo a disposizione dell’autorità giudiziaria crotonese, titolare delle indagini.