Occhiuto: “Orgogliosi per la buona pratica negli incendi della Calabria”
“Purtroppo non si possono cancellare gli incendi perché non si può cancellare la stupidità di chi incendia i boschi, però quella sperimentata e consolidata in Calabria è una buona pratica che siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione della protezione civile nazionale e che ha suscitato interesse anche in Europa”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, incontrando i giornalisti assieme al capo della Protezione civile Fabio Ciciliano. “Sono particolarmente orgoglioso – ha aggiunto Occhiuto – di poter dire che la Calabria dimostra così di essere capace di buone pratiche che vengono poi imitate. Mi complimento con tutta la squadra che ha reso possibile questi risultati, ai dirigenti, al personale regionale, a chi si è impegnato e si sta impegnando quotidianamente in questa attività. Ai carabinieri forestali e anche al Dipartimento nazionale della protezione civile. Oggi siamo contenti di avere qui il nuovo capo della Protezione civile, con lui abbiamo parlato di questo ma anche di tanti altri dossier. Sono convinto che ci sarà un rapporto di proficua collaborazione perché conosco l’esperienza, le competenze del nuovo capo della protezione civile e credo che il governo abbia scelto il meglio possibile”. “Stiamo sperimentando – ha detto ancora Occhiuto – azioni di supporto ai Comuni per la redazione dei piani di protezione civile comunale. Abbiamo previsto anche delle risorse e stiamo cercando di realizzare in questo modo un’azione che è di vicariato dei Comuni e di proficua sussidiarietà verticale. Anche questa esperienza può essere approfondita insieme al Dipartimento nazionale. Ci sono altri ambiti che stiamo approfondendo, non solo col Dipartimento. Recentemente abbiamo siglato un protocollo con l’Agenzia Spaziale, stiamo lavorando con l’Università della Calabria. Un mio pallino è quello di trovare il modo di verificare tutti i comportamenti illeciti che non sono visibili. A volte, e penso alla depurazione, si tratta di condotte abusive e interrate a 5-6 metri sotto il terreno. In questo senso stiamo verificando la possibilità di avere delle tecnologie che ci consentano di attuare un monitoraggio più puntuale del territorio e per governarlo per fare dell’ambiente davvero, come deve essere, la risorsa di sviluppo per la Calabria”.