Non sembra attecchire in Calabria la protesta in piazza dei “No pass”

Non sembra attecchire in Calabria la protesta in piazza dei “No pass”

Non ci sono stati blocchi delle attività o problemi particolari a Gioia Tauro, il più grande scalo di import ed export italiano osservato speciale in Calabria nel giorno di entrata in vigore dell’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro. Non ha attecchito nel terminal container calabrese la protesta che ha riguardato più massicciamente gli scali di Trieste e Genova. Tra il primo turno, scattato all’una e terminato alle 7 di stamane, e il secondo iniziato alle 7 e che è concluso alle 13, si sono contate una sessantina di assenze per mancanza del certificato verde su 280 lavoratori totali. Numero che si è ulteriormente ridotto nel turno 13-19 con solo 4 assenze. In pochi, non più di una cinquantina le persone, non solo portuali ma anche loro familiari e cittadini intervenuti a portare la loro solidarietà, che hanno partecipato al sit-in organizzato davanti al gate del porto in adesione allo sciopero nazionale “no green pass”. “Noi siamo qui – ha detto uno dei lavoratori che hanno aderito – per scongiurare la conversione in legge di un decreto sull’obbligo del green pass che viola il primo articolo della Costituzione secondo cui ‘l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro’ non ‘una Repubblica fondata sul green pass per entrare al lavoro’. Rifiutiamo i tamponi gratuiti perché riteniamo il green pass illegittimo e scellerato”. Anche in una delle altre principali realtà industriali della regione, la Hitachi rail di Reggio Calabria non si sono riscontrati problemi. Solo uno sparuto gruppo di dipendenti si sono ritrovati a poca distanza dall’ingresso per manifestare il loro dissenso dalla decisione di imporre l’obbligo del certificato verde. “E’ una vergogna – ha detto uno di loro – non ci hanno fatto entrare al lavoro perché siamo privi di green pass. Io non sono vaccinato e il Governo non può decidere sulla vita di una persona, costringendola a farsi un vaccino contro la sua volontà. Io voglio essere libero di decidere o meno se fare il vaccino. La vita è mia. Siamo in 70-80 senza green pass. Hitachi non centra nulla. Non è lei la nostra controparte: ha solo applicato le disposizioni del Governo”. Scarsa la partecipazione, in serata, anche all’unica manifestazione No green pass organizzata nella regione. Si sono ritrovati in cinquanta a Cosenza per dire no all’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro. “Siamo qui perché crediamo che chi vuol lavorare debba essere libero di poterlo fare” ha detto ai giornalisti Francesco uno degli organizzatori del sit-in.

 

 

 

 

 

 

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