Nicolò: “Stabilizzare i precari operanti negli enti regionali”
REGGIO CALABRIA. “Sussistono le condizioni giuridiche per l’applicazione della legge Madia ai fini della stabilizzazione dei lavoratori già dipendenti di Enti o altri organismi pubblici o pubblico-privati al cui capitale sociale partecipa direttamente la Regione Calabria?”. È quanto chiede di sapere il consigliere regionale Alessandro Nicolò che, sull’argomento, aveva presentato un’interrogazione. L’esponente di “Fratelli d’Italia” chiedeva al Presidente della Giunta di conoscere “le determinazioni che intendevano assumere in merito alla reinternalizzazione dei servizi affidati ad Azienda ‘Calabria Lavoro’ al fine di procedere all’assunzione diretta con la Regione Calabria dei lavoratori precari, alle medesime condizioni contrattuali”. Nella risposta, fa rilevare, si sottolineava come “il processo di stabilizzazione del precariato nella Pubblica Amministrazione, ivi compreso quello della Regione Calabria discendesse dagli indirizzi normativi nazionali e dai Regolamenti di attuazione della normativa nazionale ex legge 125 del 2016 che al momento non erano stati predisposti ed approvati”. “Oggi – dice Nicolò- riteniamo sussistere rispetto al 2015, rinnovate condizioni che aprono margini di manovra per una potenziale stabilizzazione dei lavoratori, a patto siano garantite le premesse giuridiche previste dalla legislazione nazionale. Bisogna comprendere se ci sia anche la volontà politica da parte di questo Governo regionale di dare stabilità occupazionale ai lavoratori utilizzando i vigenti strumenti di legge. È interesse della Regione Calabria – conclude Nicolò – allinearsi agli indirizzi normativi statali ed utilizzare le opportunità esistenti che intendono più in generale promuovere un significativo progetto di stabilizzazione del precariato nei vari comparti della Pubblica amministrazione, tanto nell’ottica della razionalizzazione delle strutture burocratico-amministrative, quanto nella prospettiva di un potenziale miglioramento delle condizioni contrattuali di lavoratori assunti con contratti privi di stabilità”.