‘Ndrangheta: sequestro di beni per circa 2 mln nella zona di Rosarno
REGGIO CALABRIA. Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, i carabinieri del R.O.S. e della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro hanno eseguito un provvedimento di sequestro del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Gregorio Cacciola. E’ stato così inferto un ulteriore colpo al patrimonio riconducibile alle cosche di Rosarno per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. L’intervento ha interessato principalmente i comuni di Rosarno e di Laureana di Borrello ed ha riguardato un’azienda agricola attiva nel settore della agrumicoltura, 15 immobili (tra cui una lussuosa villa di 11 vani e 13 terreni con contributi comunitari), un’auto e diversi rapporti bancari. L’indagine patrimoniale svolta dal R.O.S. ha permesso di ricondurre al Cacciolla la disponibilità dell’azienda e dell’intero patrimonio aziendale formalmente intestata alla moglie. In particolare, attraverso lo sviluppo di approfondite analisi bancarie e reddituali, è stato possibile accertare la derivazione illecita dei capitali impiegati per l’avvio dell’impresa, da cui è stata desunta inoltre l’illiceità di tutti gli investimenti successivi, immobiliari e mobiliari, effettuati dal nucleo familiare. Il predetto, già indagato per associazione mafiosa nel 2009, era stato tratto in arresto nel 2014 con altri esponenti di spicco delle cosche operanti nella provincia reggina, nell’ambito dell’operazione “mauser-scacco matto” per associazione finalizzata al narcotraffico, sequestro di persona e riduzione in schiavitù nei confronti della testimone di giustizia Giuseppina Multari. La donna, tra il 2005 e il 2006, sarebbe stata sottoposta dal Cacciola a maltrattamenti e minacce di morte, poichè ritenuta responsabile del suicidio di Antonio Cacciola (marito della Multari e fratello di Gregorio) e per la sua dichiarata volontà di collaborare con la giustizia. Le indagini hanno accertato l’illecito accumulo di ricchezze da parte del Cacciolla ed i tentativi di occultare le disponibilità economiche, per eludere la normativa antimafia in materia di misure di prevenzione patrimoniali.