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‘Ndrangheta, operazione “Eclissi”: il Gip di Reggio conferma gli arresti

‘Ndrangheta, operazione “Eclissi”: il Gip di Reggio conferma gli arresti

REGGIO CALABRIA. L’impianto accusatorio della Procura distrettuale di Reggio Calabria, che il 14 ottobre scorso ha fatto eseguire ai Carabinieri un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 24 indagati, nell’ambito dell’operazione denominata Eclissi, è stato confermato nelle parti principali dal giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, Domenico Santoro. Tutti i fermi sono stati confermati dal gip, che su richiesta della procura ha emesso altrettante misure cautelari di arresti in carcere. L’unico indagato che era e resta ai domiciliari è l’anziano sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi. L’indagine, coordinata dal sostituto Giulia Pantano e dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza, ha fatto luce sugli interessi criminali ed economici della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata “Locale di San Ferdinando” in cui operavano le ‘ndrine dei “Bellocco-Cimato” e “Pesce-Pantano”. Oltre all’accusa cardine di associazione a delinquere di stampo mafioso, a molti degli indagati vengono contestati a vario titolo anche estorsioni, consumate e tentate; danneggiamenti con l’uso di armi da fuoco, possesso ed uso di armi, anche da guerra; condizionamento, da parte del Locale di ‘ndrangheta, dell’ordinario andamento delle istituzioni a livello comunale, attraverso una chiara ingerenza di matrice ‘ndranghetista nell’amministrazione del piccolo centro (in particolare nel campo delle autorizzazioni ad attività commerciali ed in quello dell’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani). Dalle indagini è emerso che nel comprensorio dei Comuni di San Ferdinando e Rosarno operavano due ‘ndrine che nel corso delle investigazioni hanno alternato periodi di aperto contrasto, pianificando una vera guerra di mafia, ed un periodo di pax mafiosa, per allentare la pressione delle Forze dell’Ordine. Le indagini hanno evidenziato altresì le ingerenze mafiose all’interno dell’amministrazione comunale di San Ferdinando, con l’emersione di presunte responsabilità penali del primo cittadino, del vice sindaco e di un consigliere di minoranza.

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