Oliverio: “Le scritte di Locri macchiano l’immagine di una terra operosa”

CATANZARO. “Le scritte offensive e violente apparse sui muri di Locri la scorsa notte contro don Ciotti rappresentano un’offesa alla Calabria civile, laboriosa e democratica che vuole vivere nel rispetto della legalità e delle regole e sono il segno evidente che la presenza dello Stato sul nostro territorio dà fastidio”. Lo afferma, in una nota, il Presidente della Regione Mario Oliverio il quale ha raggiunto telefonicamente don Ciotti, fondatore di “Libera” e il Prefetto di Reggio Calabria “a cui – si legge in una nota – ha ribadito con forza l’impegno della Regione a favore della legalità e contro ogni tipo di imposizione mafiosa ed ha espresso solidarietà, vicinanza ed impegno concreto al sacerdote, alla sua associazione e ai familiari delle vittime di mafia. Piccoli e squalificati gruppi di uomini che intendono mantenere la nostra regione sotto il ricatto della violenza, della minaccia e della paura – ha aggiunto Oliverio – non possono offuscare i valori e l’immagine di una terra operosa e accogliente come la nostra, amante della propria storia, della propria libertà e della propria dignità. La presenza del Capo dello Stato ieri e la grande manifestazione programmata per domani a Locri, evidentemente – continua Oliverio – hanno fatto saltare i nervi a chi non ama che si accendano i riflettori su una realtà come quella calabrese in cui la stragrande maggioranza delle persone è contro la ‘ndrangheta ed è pronta a combatterla quotidianamente per debellarla definitivamente. Ai calabresi e a tutti quelli che non vogliono rassegnarsi e cedere al ricatto e al sopruso della violenza e della intimidazione criminale – conclude il Presidente della Regione Calabria – rivolgo un appello forte ed accorato ad essere insieme a noi, domani a Locri, per testimoniare che la Calabria sta dalla parte di quanti, come don Ciotti, si battono per liberare questa terra e tutte le terre in cui la mafia, ogni tipo di mafia, cerca di imporre il proprio dominio e il proprio potere”.