Infiltrazioni delle cosche negli appalti in Toscana

Associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare ed altro, nonché associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, il tutto aggravato sia dal metodo mafioso che dall’avere agevolato la cosca Gallace di Guardavalle, in provincia di Catanzaro. Queste le accuse che hanno permesso, con un vasto dispiegamento di carabinieri coordinati dal Raggruppamento operativo speciale (Ros), l’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emesse dal gip del Tribunale di Firenze, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia (titolare del fascicolo il sostituto procuratore Eligio Paolini), nei confronti di 17 indagati (12 finiti in carcere e 5 ai domiciliari).
I provvedimenti, che colpiscono su due distinti piani (imprenditoriale e narcotraffico) soggetti e imprenditori contigui alla cosca Gallace, derivano da una complessa indagine condotta dal Ros (con l’articolazione di Firenze) e dal comando provinciale dell’Arma di Livorno strutturata su due filoni reciprocamente convergenti.
Il primo filone è relativo all’ingente approvvigionamento di cocaina da parte della cosca calabrese e la successiva distribuzione in Toscana, nel cui ambito è stato arrestato un importante latitante della ‘ndrangheta, Francesco Riitano. Il secondo filone riguarda l’infiltrazione in Toscana della cosca Gallace nel settore del conferimento inerti attraverso il controllo diretto dall’azienda mugellana, Cantini Marino, la quale avrebbe condizionato la concorrenza locale, con l’imposizione della forza e della consorteria mafiosa. aggiudicandosi importanti commesse pubbliche a discapito di altre aziende di settore. Globalmente l’indagine, i cui primi accertamenti risalgono alla fine del 2018, si è evoluta su due direttrici principali, come ha spiegato il procuratore capo Giuseppe Creazzo alla guida della Dda.
E’ stato accertato che gli indagati controllavano il mercato del movimento terra (estorsioni e illecita concorrenza) in diverse province toscane, mediante attività estorsive e illecita concorrenza con violenza/minaccia, posto in essere da soggetti di vertice della storica impresa di settore Marino Cantini di Vicchio del Mugello per il tramite dell’impresario Graziano Cantini e del suo principale collaboratore Nicola Verdiglione, i quali – secondo gli inquirenti – “direttamente collegati a soggetti organici” al clan Gallace (Domenico Vitale e Nicola Chiefari) – hanno “scientemente sfruttato la forza della consorteria mafiosa per imporsi sul mercato del movimento terra/fornitura inerti a discapito di aziende concorrenti, ‘infiltrandosi’ di fatto in importanti commesse pubbliche in Toscana”. Queste condotte illecite, ha spiegato il procuratore Creazzo, sono state poste in essere a carico di diversi imprenditori e tecnici di settore in relazione alla fornitura di materiale per i lavori da eseguire in un importante cantiere relativo ad un appalto milionario nella zona di Castelfiorentino-Empoli, le opere di completamento della variante alla strada regionale 429 di Val d’Elsa, nel tratto Empoli-Castelfiorentino (lotti V – IV). Allo stesso tempo sono stati riscontrati legami di comodo con la Pubblica Amministrazione aretina (Consorzio Bonifica Valdarno) per l’assegnazione diretta di lavori per importi contenuti (sotto soglia), su cui sono in corso approfondimenti investigativi. “Il rilevante compendio probatorio raccolto nel procedimento evidenzia – si legge nell’ordinanza del giudice che ha disposto le misure cautelari – al di là degli episodi clamorosi di intimidazione, un sodalizio tra gli indagati finalizzato ad acquisire il monopolio di attività economiche del settore cui opera la Marino Cantini srl, strettamente collegata alla Figlinese Inerti srl, nonché (in maniera meno ‘scoperta’, dato lo spessore criminale dei suoi componenti) la Idrogeo srl (con la precisazione che rispetto a quest’ultima il quadro probatorio non può ritenersi esaustivo)”.
“L’acquisizione di questo monopolio di fatto è resa possibile dalla presenza di due grossi esponenti della criminalità calabrese, operanti in Toscana nel Valdarno da epoca risalente, che non si limitano a dare il proprio benestare – sottolinea il gip – ma altresì influiscono, con la forza intimidatrice della organizzazione criminale di appartenenza, in modo da determinare equilibri che fuoriescono da quelli normali del libero mercato, secondo una logica non concorrenziale bensì impositiva e di assoggettamento”. Quanto al narcotraffico internazionale, l’indagine ha portato al sequestro totale di circa 191 kg di cocaina (maggio 2017 – agosto 2019) nel cui contesto è maturato – sempre a cura dei carabinieri di Livorno e del Ros . la localizzazione e l’arresto del latitante Francesco Riitano (agosto 2019) individuato sotto falso nome a Giardini Naxos (Messina), in quanto destinatario di un provvedimento cautelare del gip del Tribunale di Milano (indagine “Area 51”), emesso a coronamento di un’indagine antidroga dei carabinieri di Milano e Ros. Il latitante è stato individuato grazie al suo solido legame con l’indagato Domenico Vitale, il quale lo incontrava periodicamente in località segrete come emerso nell’inchiesta. Il duo Riitano-Vitale rappresenta il vertice del gruppo, diretta emanazione della cosca Gallace: in questo filone investigativo è stata individuata una base logistica in provincia di Pisa, presso il capannone di uno degli indagati, utilizzato sia per stoccare grosse quantità di stupefacente che per occultare armi, parte delle quali venivano sequestrate lo scorso 7 gennaio dai carabinieri di Livorno in occasione di un’operazione – collegata alla inchiesta conclusa oggi – condotta dalla Dda di Cagliari, che ha portato all’arresto di Robertino Dessì (anche tra gli arrestati di oggi), in quanto organico ad un ulteriore gruppo criminale di matrice sarda specializzato in assalti a furgoni portavalori. La sinergia tra i carabinieri di Livorno e Cagliari ha portato al sequestro, il 31 luglio 2020 a Cagliari, di un imponente quantitativo di armi ed esplosivo destinato agli assalti. Nel corso dell’odierna operazione, oltre agli arresti, sono state eseguite numerose perquisizioni anche a carico delle società del settore edile interessate a lucrare dalle condotte mafiose del gruppo smantellato in Toscana. Contemporaneamente è stata eseguita un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare per traffico di internazionale di sostanze stupefacenti a cura della Guardia di Finanza su mandato della Dda di Catanzaro nei confronti di esponenti della cosca Gallace.