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‘Ndrangheta: giovane ucciso nel Catanzarese, arrestati due cugini

‘Ndrangheta: giovane ucciso nel Catanzarese, arrestati due cugini

CATANZARO. Due persone, Bruno Gagliardi, di 42 anni, e il cuigino omonimo di 50, sono state arrestate giovedì mattina dalla squadra mobile della Questura di Catanzaro per omicidio. I due sarebbero responsabili dell’uccisione di Gennaro Curcio, 26 anni, avvenuto a Nocera Terinese il 7 agosto 1995, all’interno di un negozio di autoricambi. I due, secondo la ricostruzione degli inquirenti, all’epoca dei fatti facevano parte di un gruppo criminale emergente che tentava di affrancarsi dalla cosca Bagalà, alleata della più potente cosca Iannazzo di Lamezia Terme, egemone sui traffici illeciti dei comuni del litorale lametino, di cui il giovane ucciso sarebbe stato referente. Autore materiale del delitto sarebbe stato Gennaro Pulice, oggi collaborazione di giustizia, che avrebbe agito con il supporto logistico dei due cugini. Le dichiarazionid el killer pentito sarebbero state confermate da un altro collaboratore di giustizia, Gianfranco Norberti, già condannato, con pena definitiva, per lo stesso delitto. Bruno Gagliari di 42anni, in particolare, avrebbe scortato il sicartio sul luogo del delitto mentre il cugino avrebbe fornito un sopporto di carattere logistico-organizzativo. L’omicidio sarebbe stato pianificato ed eseguito dagli “scissionisti” intenzionati a scalzare l’egemonia del gruppo “Bagalà” sulle estorsioni da loro gestite, in maniera esclusiva, nei Comuni di Falerna, Gizzeria e Nocera Terinese, nel Catanzarese. Del gruppo in questione facevano parte, oltre a Pulice e Norbertie ai due arrestati, anche Giovanni la Polla di 52 anni, e Salvatore Ruberto di 50, entrambi uccisi nella “strage di Sambiase”, avvenuta nella frazione di Lamezia Terne il 29 settembre 1995, come risposta da parte delle cosche dominanti all’omicidio di Curcio Gennaro. La strage mise termine alle mire espansionistiche del gruppo emergente. Il maggiore dei Cagliardi è stato rintracciato, con l’ausilio della Squadra Mobile di Novara nella cui provincia l’uomo è da tempo residente, a Milano, in una struttura sanitaria dove era ricoverato per accertamenti medici ed è stato associato alla casa circondariale San Vittore, mentre la notifica del provvedimento al cugino è stata effettuata nella casa circondariale di Terni dove è detenuto a seguito delle contestazioni per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Andromeda”, eseguita dalla Squadra Mobile di Catanzaro ne maggio del 2015, e per l’omicidio di Vincenzo Torcasio e il contestuale tentato omicidio di Vincenzo Curcio.

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