“Rinascita-Scott”, salito a 479 il numero degli indagati

“Rinascita-Scott”, salito a 479 il numero degli indagati

‘Ndranghetisti di tutte le cosche del vibonese, a cominciare dai Mancuso di Limbadi, in ottimi rapporti con i De Stefano di Reggio Calabria ed i Piromalli di Gioia Tauro ed a capo del “crimine” della provincia di Vibo Valentia con compiti di collegamento con la provincia di Reggio e il crimine di Polsi, vertice assoluto della ‘ndrangheta unitaria. Ma anche politici, professionisti e rappresentanti infedeli delle istituzioni, in molti casi legati tra loro dal collante della massoneria deviata. E’ questo
lo scenario delineato dalla Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore Nicola Gratteri, nell’inchiesta Rinascita Scott giunta adesso alla fine con la notifica agli indagati dell’avvio di conclusione indagini. I destinatari, 479, sono in numero ben maggiore rispetto a quelli colpiti da
misure cautelari nel dicembre scorso -260 in carcere, 70 ai domiciliari e 4 divieti di dimora- e comprendono anche i 60 coinvolti in una operazione condotta all’alba tra la Calabria e la Toscana dai carabinieri contro i presunti appartenenti ad un cartello di narcos che importavano droga dall’estero
per poi spacciarla sulle principali piazze delle due regioni. Tra gli indagati “eccellenti” dell’operazione Rinascita- Scott figurano l’avv. Giancarlo Pittelli, penalista ed ex parlamentare di Forza Italia,
poi passato nel 2017 a Fdi -accusato di concorso esterno dopo che era stato arrestato nel dicembre scorso con l’accusa di associazione mafiosa- l’ex sindaco di Pizzo ed ex presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo, eletto col Pd ma poi in fase di allontanamento dai dem, l’ex consigliere regionale
del Pd Pietro Giamborino, accusato di associazione mafiosa, il segretario regionale del Psi Luigi Incarnato accusato di corruzione elettorale e l’ex consigliere e assessore regionale del Pd Nicola
Adamo -a dicembre raggiunto da un provvedimento di divieto di dimora poi revocato dal gip- nei cui confronti viene ipotizzato il reato di traffico di influenza. Una delle figure centrali dell’inchiesta è quella di Pittelli, descritto dal gip, nella sua ordinanza del dicembre scorso come l’ “affarista
massone dei boss della ‘ndrangheta calabrese”, colui che “mette a disposizione le sue conoscenze in Italia e all’estero per consentire il radicamento e la forte penetrazione della ‘ndrangheta in ogni settore della società civile”. Adesso gli indagati avranno tempo 20 giorni per chiedere di essere sentiti dai magistrati o per depositare proprie istanze. Poi dalla Dda partirà la richiesta di rinvio a giudizio. L’udienza davanti al gup -è la speranza di Gratteri dovrebbe iniziare verso la fine di luglio. E -ovviando alla carenza di strutture idonee ad accogliere un così alto numero di indagati e dei loro difensori- si svolgerà in Calabria anche se ancora, come ha spiegato lo stesso procuratore, non si sa di preciso il luogo. Per l’avvio pare probabile l’allestimento di una tensostruttura nel cortile del carcere catanzarese di Siano, poi dovrà essere individuata una sede stabile che potrebbe essere un edificio nelle adiacenze del Tribunale per i minorenni.

redazione@giornaledicalabria.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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