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Il presidente della Commissione antindrangheta Bova: “Le mafie sono il vero freno allo sviluppo del Paese”

Il presidente della Commissione antindrangheta Bova: “Le mafie sono il vero freno allo sviluppo del Paese”

REGGIO CALABRIA. “Non posso che apprezzare profondamente e, quindi, sottoscrivere la parole pronunciate martedì a Reggio Calabria dal ministro Marco Minniti. Non avevo dubbi che tra le priorità del Governo ci fosse la lotta alla criminalità organizzata, perchè il ruolo che le mafie ricoprono tanto in Italia quanto all’estero costituisce il vero freno all’emancipazione sociale, economica e culturale del nostro Paese. Questo problema è, ahimè, ancora più presente e pressante in Calabria”. Lo afferma in una dichiarazione il presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova. “Dice bene il ministro Minniti: si è fatta tanta strada finora, ma è ancora parecchia quella che deve essere percorsa. Tra i principali interventi necessari – prosegue Bova – c’è sicuramente un rafforzamento di uomini e mezzi dello Stato che possano lavorare sulle complesse indagini giudiziarie ma anche far percepire la presenza dello Stato sulle strade, intervenire lì dove la ‘ndrangheta si sostituisce allo Stato. La partita si gioca su questo e sulla rapidità della risposta che siamo in grado di fornire a chi chiede giustizia, a chi con coraggio si affida alle istituzioni denunciando la ‘ndrangheta: noi rappresentanti dello Stato abbiamo il dovere, morale prima che istituzionale, di tendere loro la mano e sostenerli con azioni concrete. Ma le parole del ministro Minniti – sostiene Bova – non sono le uniche da condividere: ieri ho letto con interesse l’intervento pubblico di Franco Laratta, il cui monito contro la corruzione nel pubblico e nel privato in Calabria, è più che condivisibile. Ha ragione Laratta nel dire che l’immagine della nostra regione viene quotidianamente violentata da scandali dovuti alla corruzione, scandali in cui troppo spesso sono coinvolti uomini politici. Ebbene, ancora una volta ribadisco quanto detto in passato: c’è una valutazione giudiziaria su cui solo i magistrati sono chiamati a pronunciarsi, ma noi politici abbiamo però il dovere di effettuare una valutazione morale ed etica sui fatti”. “Le tante cose che quotidianamente apprendiamo dalla stampa – prosegue il presidente della Commissione antidrangheta – appaiono già a prima vista riprovevoli, ma nonostante questo non si ha notizia di prese di posizione o provvedimenti che mirino a ripristinare il ruolo alto che la politica deve e può ricoprire. Troppo spesso i partiti politici si chiudono in un silenzio assordante. Proprio per tradurre in azioni concrete questa filosofia, come già annunciato, il 28 aprile prossimo ascolteremo nella seduta della commissione regionale anti ‘ndrangheta i segretari generali delle Province calabresi e della Città Metropolitana sul tema dei lavori in somma urgenza. Vogliamo vederci chiaro sul pieno rispetto delle regole in materia di appalti pubblici. Ma è in via di convocazione per i primi giorni del prossimo mese di maggio, una ulteriore seduta della Commissione regionale antindrangheta in cui saranno ascoltati i protagonisti politici della sconcertante vicenda Sacal. Come detto – conclude Bova – la politica ha l’obbligo di interrogarsi e di conoscere i fatti perchè le valutazioni del merito politico non possono essere demandate alla magistratura, ma devono essere fatte nelle sedi istituzionali e in quelle dei partiti. La corruzione è l’altra faccia della criminalità organizzata. Serve più coraggio, serve una presa di posizione chiara contro quella corruzione che fin troppo spesso è la strada preferita di chi vuole impossessarsi dei gangli vitali del Paese e piegarli ai propri biechi interessi”.

 

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