‘Ndrangheta: beni per 500.000 euro confiscati al clan Crea

REGGIO CALABRIA. Beni del valore di 500.000 euro, riconducibili ai principali esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Crea, operante nella piana di Gioia Tauro, sono stati confiscati dalla Polizia di Stato, che ha eseguito a un provvedimento emesso dal Tribunale – Sezione Misure di prevenzione su proposta del Questore di Reggio Calabria. La confisca rappresenta la naturale evoluzione delle indagini, condotte dalla squadra Mobile reggina e coordinate dalla Dda, a conclusione delle quali, il 4 giugno 2014, era stata eseguita un’ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale della città calabrese dello Stretto, con la quale erano state disposte, nei confronti di 16 persone, le misure della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari per associazione di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni e truffe all’Unione Europea. Tra i destinatari del provvedimento, oltre al capo storico della famiglia, Teodoro Crea, di 77 anni, e a buona parte del suo nucleo familiare, risultano anche altri esponenti di spicco della ‘ndrina, fra cui Antonio Crea, detto “u Malandrinu”, e Domenico Crea, di 62, detto “Scarpa Lucida”, legati da vincoli di parentela con il capo della consorteria criminale. Fra i destinatari del provvedimento, anche 3 ex amministratori pubblici del Comune di Rizziconi. L’attività investigativa avrebbe evidenziato l’assoluta egemonia della cosca Crea, esplicata sul territorio come una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali che nel totale condizionamento della vita pubblica, tanto da determinare, nel 2011, lo scioglimento del Consiglio comunale di Rizziconi. Il provvedimento di confisca comprende una lussuosa villa, nel comune di Rizziconi, e una polizza assicurativa, intestati a Marinella Crea, 40 anni, figlia di Teodoro Crea.