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‘Ndrangheta, beni per 3 mln sequestrati al clan Patania

‘Ndrangheta, beni per 3 mln sequestrati al clan Patania

VIBO VALENTIA. Beni immobili per tre milioni di euro riconducibili alla cosca “Patania” di Stefanaconi, satellite dei “Mancuso” di Limbadi. Sono stati sequestrati in diverse località della provincia di Vibo Valentia, dai Carabinieri in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione G.I.P. che aggredisce cespiti patrimoniali. I beni sarebbero riconducibili ad esponenti di spicco della ‘ndrina, ritenuti responsabili, oltre che del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, anche di omicidi, episodi di usura, estorsioni e danneggiamenti commessi in concorso e con l’aggravante del metodo mafioso. Il provvedimento è frutto delle indagini dei Carabinieri che hanno permesso di rilevare la sproporzione tra il valore dei beni oggetto di sequestro e la consistenza reddituale dichiarata dagli indagati (Art. 12 sexies Legge 7 Agosto 1992, n. 356). Gli inquirenti avrebbero inoltre accertato la loro riconducibilità del patrimonio all’attività criminale del clan. Il sequestro costituisce il prosieguo delle attività investigative convenzionalmente denominate “Gringia”, “Dietro le quinte” e “Romanzo Criminale” con le quali l’Arma ha fatto luce su una sanguinosa faida di ‘ndrangheta nell’ambito della quale sono stati compiuti 5 omicidi e 6 tentati omicidi nel territorio provinciale. La faida era scoppiata tra la consorteria mafiosa dei Patania, appoggiata dal più potente locale di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi, e la “Società di Piscopio”, gruppo ‘ndranghetistico emergenti. Nello specifico, a conclusione dell’attività investigativa, erano stati eseguiti 22 decreti di fermo di indiziato di delitto e 25 ordinanze di custodia cautelare. Il sequestro ha riguardato immobili di pregio ad uso abitativo e commerciale rientranti nel compendio patrimoniale riconducibile a 6 esponenti di rilievo del clan di Stefanaconi. Spicca, per valore stimato, un fabbricato di Stefanaconi che attualmente ospita, oltre ad un distributore di benzina, un albergo con annesso ristorante. I dettagli dell’operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa in programma alle ore 10 al Comando provinciale dei Carabinieri, presieduta dal procuratore capo della Dda di Catanzaro, Antonio Vincenzo Lombardo. Sono due le faide che hanno opposto il clan Patania di Stefanaconi ad altre consorterie criminali. La prima li ha visti opposti al “locale” di Piscopio, frazione di Vibo Valentia, facente capo aiclan Battaglia e Fiorillo. La seconda faida ha visto contrapposti i Patania alla ‘ndrina Bartolotta-Calafati-Meddis di Stefanaconi. A far luce su entrambe le faide è stata l’operazione antimafia “Gringia” che, unitamente all’operazione “Dietro le quinte” ha svelato anche l’appoggio di una frangia del clan Mancuso di Limbadi – capeggiata dal boss Pantaleone Mancuso (detto “Scarpuni”) – ai Patania. Tre gli omicidi (Francesco Scrugli il 21 marzo 2012, Giuseppe Matina il 20 febbraio 2012 e Davide Fortuna il 6 luglio 2012) sui quali le operazioni antimafia avrebbero fatto luce. Sei invece i tentati omicidi per i quali si sono registrate delle condanne, cioè quelli di Rosario Battaglia e Raffaele Moscato (21 marzo 2012), Raffaella Mantella (gennaio 2012), Francesco Calafati (21 marzo 2012), Francesco Scrugli (11 febbraio 2012) e Francesco Meddis (26 giugno 2012). Il 17 marzo 2014 nell’ambito del giudizio abbreviato dell’operazione “Gringia” il gip distrettuale ha inflitto un ergastolo e 157 anni di reclusione al clan Patania, destinatario di altri 16 arresti il 18 aprile 2014 nell’ambito dell’operazione “Romanzo criminale” che fa luce sui ruoli nell’associazione mafiosa dei Patania. Sono sei gli indagati del clan Patania di Stefanaconi, nel Vibonese, colpiti dal decreto di sequestro dei beni, per un valore complessivo di 3 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda. In particolare, i beni – tutti ubicati a Stefanaconi – sono stati sequestrati a Giuseppina Iacopetta, 60 anni ed ai figli Nazzareno, 41 anni, Saverio, 38 anni, Salvatore, 36 anni, Giuseppe, 35 anni, e Bruno Patania, 39 anni. A Salvatore Patania sono stati sequestrati tre immobili, uno di 265mila euro ed uno di 36mila euro, più una villa in costruzione del valore di 440mila euro. A Saverio Patania è stato invece sequestrato un immobile per 239mila euro, a Giuseppe Patania l’abitazione del valore di 80mila euro, a Nazzareno Patania due immobili, uno per 228mila euro ed uno del valore di 19.600 euro. Infine, a Bruno Patania sono stati sequestrati un immobile del valore di 195mila euro ed un secondo di 19.200 euro, mentre a Giuseppina Iacopetta è stato sequestrato un immobile di 52.400 euro ed uno di 33.600 euro. Ai Patania è stato poi sequestrato il complesso “La Valle dei sapori” comprensivo di un distributore di benzina, di un bar e di un albergo per un valore di 455mila euro. Nella struttura, il 18 settembre 2011 fu ucciso il boss Fortunato Patania Un delitto scaturito nell’ambito della faida ma i cui esecutori e mandanti non sono stati ancora assicurati alla giustizia.

 

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