Naufragio di Cutro, esposto delle Ong: e intanto le vittime accertate sono 73

Naufragio di Cutro, esposto delle Ong: e intanto le vittime accertate sono 73

“V’è fondata ragione di ritenere che il naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi fosse evento prevedibile alla luce delle informazioni comunicate da Frontex ed evitabile se solo la normativa nazionale ed internazionale in tema di soccorsi in mare fosse stata puntualmente applicata da parte delle autorità a ciò preposte”: in un esposto alla Procura di Crotone, composto di ventuno pagine e corredato anche da diverso materiale fotografico, oltre quaranta associazioni civili italiane ed europee chiedono di fare luce sul naufragio di domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro, costato la vita ad almeno 72 migranti, tra cui molti bambini, mentre non accertato è rimasto il numero dei dispersi”. L’esposto delle ong sollecita “indagini accurate in relazione anche alle possibili responsabilità penali delle autorità italiane, il cui operato suscita inquietanti interrogativi” in relazione alla circostanza per la quale avevano “ricevuto comunicazione in merito alla presenza dell’imbarcazione diretta verso le coste italiane quasi 24 ore prima del disastro”. Numerose le ipotesi di reato che le organizzazioni prefigurano: “I delitti di naufragio (previsto dal Codice penale nella sua forma dolosa all’art. 428 e punibile a titolo di colpa ex art. 449) e di omicidio, ovviamente da imputare in forma omissiva, posto che le autorità preposte avevano il dovere di evitare l’evento lesivo (il naufragio da cui sono derivate le morti), e la loro mancata attivazione, secondo le modalità previste dalle fonti normative, condicio sine qua non dell’evento verificatosi. “Se dai fatti sinora accertati -continua l’esposto- pare emergere una gravissima negligenza nella gestione della situazione, ci pare altresì da valutare, specie alla luce di possibili ulteriori evidenze che emergessero dall’attività di indagine, la possibilità che i reati ipotizzati sopra vengano contestati a titolo di dolo eventuale, qualora emerga che il mancato intervento derivi da un coefficiente di adesione psicologica all’evento da parte dei responsabili”, aggiunge l’esposto delle Ong.  “Significave appaiono -si legge a pagina 12 dell’esposto- le dichiarazioni rese sulla stampa dal comandante della Guardia Costiera di Crotone, C.V. Vittorio Aloi, il quale ha testualmente dichiarato “che quel giorno c’era mare forza quattro e non sei o sette. Le nostre motovedette avrebbero potuto navigare anche con forza 8”. Da chiarire soprattutto perché il Centro soccorsi, “pur informato da Frontex”, non abbia inviato “assetti navali e aerei al fine di approfondire il quadro e valutare l’esigenza del soccorso”. E l’esposto continua: “Al momento della segnalazione di Frontex sussistevano tutti i presupposti per dubitare della sicurezza delle persone a bordo in ragione della mancanza di informazioni o alle eventuali difficoltà in cui potrebbero versare”.

Naufragio di Cutro, la vittima numero 73 è un bambino

Diventano 73 le vittime del naufragio di domenica 26 febbraio sulla costa di Crotone. Poco dopo le ore 13 di ieri, in seguito alla segnalazione di alcuni cittadini del posto, è stato ritrovato sulla battigia il corpo di un bambino dall’apparente età di sei anni in avanzato stato di decomposizione. Il corpo è stato poi recuperato dagli uomini della Guardia Costiera. Sono così 29 i minori deceduti nel naufragio di cui 20 sono nella fascia di età tra 0 e 12 anni. Intanto il gip presso il Tribunale dei minorenni di Catanzaro ha fissato la data dell’incidente probatorio per il minore di nazionalità pakistana indagato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, omicidio e lesioni colpose a seguito del naufragio di Steccato di Cutro di domenica 26 febbraio. Il giudice ha impegnato tre date: quelle del 17, 20 e 21 di marzo prossimi durante le quali saranno ascoltati alcuni dei migranti che si trovavano a bordo dell’imbarcazione naufragata, le cui dichiarazioni saranno messe a confronto con quelle del minorenne. Non è ancora stata stabilita invece la data dell’incidente probatorio per gli altri presunti scafisti indagati dalla Procura della Repubblica di Crotone. Si sono svolti intanto a Bologna i funerali di 7 delle vittime del naufragio di migranti avvenuto il 26 febbraio scorso al largo delle coste calabresi. Al rito funebre, officiato da Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane, erano presenti 15 parenti e altre circa 150 persone, provenienti principalmente dall’Afghanistan, paese originario dei profughi deceduti in mare.

 

 

 

 

 

 

 

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