Natale, monsignor Oliva ai detenuti: “Lasciate dietro le spalle il peccato”
LOCRI. “Possa essere questo Natale anche per voi una festa di luce, quella luce che rischiara il vostro cuore e vi dona la forza di andare avanti lasciando dietro le spalle le tenebre dell’errore e del peccato”. Lo scrive il vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, mons. Francesco Oliva, in un messaggio inviato singolarmente ad ogni detenuto del carcere di Locri in occasione del Natale. “Ho colto le vostre sofferenze e disagi. Ora, come pastore di questa Chiesa – prosegue – desidero farvi pervenire il mio saluto e la mia vicinanza. So che il vostro non può essere un Natale come desiderate, ma accoglietelo come una prova da superare, un’opportunità di riflessione. Il Signore che viene è il Dio che si fa vicino a tutti, in particolare a quanti, come voi, vivono una situazione difficile e pesante. Natale è lasciarsi incontrare da lui, affidarsi a lui, mettersi nelle sue mani, accettare senza imprecare questo tempo come occasione di rinnovamento per recuperare quella pace interiore che può darvi la forza di rialzarvi”. Mons. Oliva ha inviato anche un Messaggio di auguri alla comunità diocesana attraverso il nuovo sito www.diocesilocri.it. “Questo annuncio del Natale, per me il primo come Pastore di questa Chiesa di Locri-Gerace – scrive il presule – ci dispone alla tenerezza, quella di una vita che nasce e si affida all’amore di chi l’accoglie. È accaduto a Betlemme, al Bambino di nome Gesù. Accolto dalla vergine Madre e da Giuseppe, dai pastori che vegliavano. Ma, ahimè, anche rifiutato da chi, maldisposto, come Erode vede in lui un antagonista ai propri sogni di potere e perbenismo, di prepotenza ed arroganza. Natale è incontro col Signore, e perciò pace, amicizia, riconciliazione. Il Signore che viene entra nella vita, nel mondo, persino dove c’è odio, discordia ed ingiustizia. Egli vuole rifare tutto nuovo: il mondo, la vita, le relazioni, gli affetti, il cuore. Con Lui tutto può (deve) cambiare”. “Auguri a tutti – conclude mons. Oliva – agli uomini e alle donne che Dio ama, alle famiglie, ai bambini, ai giovani, ai lavoratori e a quanti desiderano un lavoro, agli emigrati ed immigrati, ai poveri, agli ammalati e sofferenti, agli anziani e abbandonati, a quanti sono oppressi dall’angoscia di una vita stanca e senza senso”.