Il messaggio del Natale per Galantino: “Chi sta meglio aiuti chi sta male”

Il messaggio del Natale per Galantino: “Chi sta meglio aiuti chi sta male”

CASSANO ALLO JONIO.  “Il messaggio natalizio è che si creino sempre di più le condizioni perché le persone stiano meglio, perché le persone veramente possano accogliere quello che è il messaggio, quello che è il dono che ci viene dal Natale”. Lo ha detto il vescovo di Cassano allo Jonio e segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino, in vista di Natale. “Vorrei dire a chi sta bene – ha aggiunto – di compiere dei gesti in favore di chi sta male”. “Le mie parole – ha aggiunto mons. Galantino – possono non servire a niente, mentre gesti compiuti dal vicino di casa, gesti compiuti da chi incrocia la sofferenza degli altri, valgono molto più le parole”. “Dal Natale – ha proseguito il segretario della Cei – ci viene un dono, prima di tutto, di solidarietà. Solidarietà di Dio con noi, tanto per cominciare. E se Dio è solidale con noi, noi non possiamo essere estranei e far finta che gli altri non esistano. E gli altri a cui noi dobbiamo rivolgere il nostro sguardo sono altri che, molto spesso, non se la passano bene. Non se la passano bene per l’egoismo di alcuni, non se la passano bene per la disonestà di altri, non se la passano bene per la freddezza di altri ancora”. “Per cui mi auguro veramente – ha concluso – che dal Natale venga, su tutti noi o a tutti noi, una spinta a essere anche noi come il Signore solidali, presenti, saperci mischiare con la storia di tutti”. “I quindici peccati indicati dal Papa non sono della Chiesa, state attenti. Esistono nella Chiesa come esistono ovunque ci sono gli uomini”, ha detto ancora il vescovo di Cassano allo Jonio e segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino. “C’è bisogno – ha aggiunto – che ci sia da parte di tutti, a cominciare dai noi uomini di Chiesa, un’attenzione maggiore a quella che è la coerenza. Tutti siamo fragili, tutti sbagliamo, tutti pecchiamo, però ignorare che siamo dei peccatori è un brutto peccato”. “L’attacco al welfare c’è da sempre. Bisogna smetterla di considerarlo come una specie di bancomat, dove togliere senza che nessuno si ribelli”, ha aggiunto Galantino. “Bisogna che cambi la testa dei politici, dei governanti, degli uomini di Chiesa, in modo da considerare il welfare un investimento e non un capitolo di spesa. Bisogna quindi attuare questa conversione culturale, prima che politica ed economica”.  “Purtroppo ancora oggi, in questo periodo di Natale, ci sono cristiani che, per il solo fatto di essere cristiani, vengono perseguitati”, ha detto infine monsignor Galantino. “Dobbiamo ricordarcene, soprattutto, in questo periodo – ha aggiunto – in cui festeggiamo la nascita di Cristo. Dobbiamo ricordare queste persone che non possono essere perseguitate e anche abbandonate, da noi. Devono veramente stare nel nostro cuore e, per quanto possiamo, dobbiamo anche aiutarli, creare le condizioni perché possano essere aiutate ad alleviare le loro sofferenze, le loro difficoltà”.

 

 

 

 

 

 

 

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