Murgano sullo sciopero degli avvocati calabresi: “Chiediamo dialogo e rispetto delle regole”
“La nostra protesta ha un titolo che è a tutela della libertà dei cittadini. Abbiamo posto dei punti a fondamento di questo documento che riguarda l’abuso delle misure custodiali, che riguarda la priorità che è stata data a Catanzaro in spregio alle regole del giusto processo”. Così Valerio Murgano, coordinatore delle Camere penali calabresi e presidente della Camera penale di Catanzaro, ha spiegato ai giornalisti i motivi dello sciopero alla base dell’astensione degli avvocati in programma ieri e oggi in Calabria, a margine dell’incontro su “A tutela delle libertà dei cittadini” promosso a Lamezia dal Coordinamento delle Camere penali calabresi. “In spregio alle regole del favor rei -ha aggiunto- è stato emanato un documento che addirittura dava priorità agli appelli cautelari del Pm rispetto a quello dei difensori. Siamo stati allontanati dai parcheggi dell’aula bunker, e non rivendichiamo una questione sindacale. Quell’allontanamento aveva alla base il fatto che secondo, probabilmente, il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, potessimo rappresentare un pericolo per la magistratura. Quasi fossimo dei kamikaze, portatori di dinamite o altro. Ed è proprio questa la ragione che ha portato a spostarci, a fare un provvedimento per spostarci dai parcheggi. E il principio, è ovvio, non è il parcheggio: ci fanno fare un chilometro, ma non è quello. Abbiamo rivendicato la necessità che gli argini del diritto costituzionale e liberale vengano riedificati in una terra di Calabria dove più che altrove il giusto processo è diventato ormai un orpello non più utilizzato nelle aule di giustizia. Per queste ragioni, abbiamo prima emanato un documento con il quale manifestavamo uno stato di agitazione per cercare un dialogo con la magistratura. Ovviamente il dialogo non c’è stato. Abbiamo alzato il tiro. Abbiamo approvato questo documento che ha avuto un’eco nazionale. Ed oggi non solo c’è stato Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione camere penali e rappresentante di giunta, ma si sono avvicendati tantissimi presidenti di tutte le Camere penali d’Italia che hanno manifestato, per l’appunto, non solo vicinanza, ma soprattutto adesione al nostro documento”. “Quindi -ha concluso Murgano- oggi la Calabria si fa portatrice di una nuova forma di diritto penale ma, soprattutto, la Calabria si fa portatrice di un dialogo che vuole aprire con la Magistratura ed in questo senso sono arrivati anche dei segnali: il documento Md di Reggio Calabria era indicativo di questo. Hanno chiesto un tavolo di confronto e noi questo vogliamo, sicuri che l’avvocatura può contribuire per una migliore giurisdizione”.