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Morta dopo il parto a Cetraro, Siclari (FI): “Grillo riferisca sull’ispezione all’ospedale”

Morta dopo il parto a Cetraro, Siclari (FI): “Grillo riferisca sull’ispezione all’ospedale”

«La morte per emorragia di Santina Adamo, deceduta dopo aver partorito il proprio figlio all’ospedale di Cetraro riapre prepotentemente il dibattito sull’emergenza sanitaria, in Calabria”. Lo dichiara il senatore Marco Siclari (FI), che dice di parlare anche a nome del collega Antonino Mangialavori. Sulla vicenda verificatasi nell’ospedale del centro tirrenico cosentino sta indagando la Procura della Repubblica di Paola (Cs) per accertare l’esatta dinamica dei fatti e le eventuali responsabilità. Sei, al momento, gli indagati. “Dopo che ho chiesto – dice Siclari – giorno 18 luglio, l’invio degli ispettori, il ministro ha accolto la richiesta avviando l’ispezione giorno 20, ma adesso si presenti in aula e ci riferisca l’esito dato che dalle notizie stampa sembrerebbero emergere circostanze inquietanti”. “Pare – spiega – che nella sala operatoria, mentre la giovane spirava, non ci fosse la possibilità di essere assistita da un chirurgo che probabilmente avrebbe potuto tamponare l’emorragia in corso; da qualche settimana all’ospedale di Cetraro non si può operare più in regime di emergenza e urgenza, nonostante si tratti di  un presidio ospedaliero che ospita un punto nascita con circa 600 parti all’anno; l’ospedale di Cetraro – aggiunge – non può contare nemmeno su un centro trasfusionale, che si trova invece all’ospedale di Paola, dove si è deciso di incentrare il polo chirurgico e dal quale non sarebbero giunte in tempo le sacche trasfusionali che forse avrebbero potuto salvare la vita a Santina”. Siclari parla di  una realtà ai limiti del paradossale per un paese che si definisce civile” rimarcando come sia «assolutamente inaccettabile che in Italia si muoia ancora di parto. La responsabilità, sono certo, – afferma –  è da attribuire soprattutto alla politica perché negli ospedali calabresi mancavano i medici in passato e continueranno a mancare ancora di più con il Decreto Calabria approvato da questo Governo il 3 maggio e che non prevede lo sblocco del turnover il vero problema della nostra sanità. In Calabria – aggiunge – mancano 1410 medici, 2800 infermieri, 1.000 operatori e tecnici sanitari e soprattutto nel periodo feriale estivo ovviamente la situazione peggiora a scapito dell’assistenza sanitaria e della salute dei cittadini. Chiedo pertanto, tramite la Presidenza dell’Assemblea, che il Ministro venga al più presto a riferire in quest’aula sull’esito dell’ispezione nel nosocomio calabrese: tutti i cittadini italiani ed in special modo quelli che risiedono in Calabria hanno diritto di sapere”.

redazione@giornaledicalabria.it

 

 

 

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