Morti sul lavoro, Cuomo (Anmil): “Non possiamo accettare tali tragedie con rassegnazione”

Morti sul lavoro, Cuomo (Anmil): “Non possiamo accettare tali tragedie con rassegnazione”

“Due voli mortali hanno distrutto oggi la vita di due famiglie che non potranno più rivedere i loro cari per essere caduti dall’alto mentre erano impegnati a lavorare senza le necessarie protezioni che avrebbero potuto salvare le loro vite, e mentre saranno le indagini ad accertare le dinamiche più scontate, non potrà esserci rassegnazione per queste famiglie a cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà, pronti ad offrire loro ogni tipo di aiuto o sostegno morale”, dichiara il Vicepresidente regionale ANMIL Luigi Cuomo.

Secondo i dati INAIL dei primi 4 mesi del 2023 sono state 2.664 le denunce di infortunio rispetto alle 3.602 dello stesso periodo del 2022 ci dicono che le denunce mortali del 2022 erano state 2 contro le 5 dell’anno precedente, in pratica un trend che sta invertendo la tendenza ma che non può vederci vittoriosi quando i fatti sembrano replicare film già visti e dai quali impariamo ben poco.

Tuttavia, dietro questi freddi dati ci sono le storie personali di donne e uomini che hanno visto la loro vita cambiare per sempre e ai quali dovrebbe essere garantita la migliore tutela possibile sia dal punto di vista delle prestazioni economiche che da quello delle prestazioni sanitarie fino al reinserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro.

“È urgente intervenire sul fronte della sicurezza e della prevenzione dove dal 2008 mancano ancora 20 decreti attuativi che completino il Decreto 81, anche se molto è stato fatto. Il problema ha radici troppo profonde nella nostra cultura per essere sconfitto solo a colpi di norme e regolamenti: sullo sfondo, una costante mancanza di informazione e formazione, soprattutto nelle piccole imprese, laddove l’esperienza sul campo ed una tradizione lavorativa basata su vecchi metodi di lavoro, nonché sull’utilizzo di macchinari obsoleti e privi dei più moderni sistemi di protezione, diventano motivo di sottovalutazione dei rischi che provoca la maggior parte degli infortuni.

Il prossimo 19 settembre l’ANMIL compirà 80 anni: un anniversario significativo che ci fornisce lo spunto per riflessioni profonde sul nostro operato e su quanto il Paese sia o meno cambiato in questo lungo tempo. Ma se gli ultimi anni non sono stati affatto facili per le politiche pubbliche, gli invalidi del lavoro e le loro famiglie non possono attendere oltre, considerato che la gran parte della normativa che regola le prestazioni a cui hanno diritto è contenuta in un Testo Unico del 1965, ormai non più al passo con la società ed il mercato del lavoro di oggi.

Occorre riformare completamente questa normativa, rivedere il sistema degli indennizzi per renderli più adeguati alla realtà odierna, ampliare la tutela e dare maggiore sostegno ai superstiti dei caduti sul lavoro sia dal punto di vista economico che del diritto al lavoro.

Si tratta di interventi che l’INAIL potrebbe sostenere nell’ambito dei positivi risultati di gestione che ogni anno l’Istituto fa registrare dal momento che il Bilancio dell’INAIL stilato si chiude ormai da anni con oltre un miliardo di euro di avanzo, che confluisce nelle casse dello Stato.

Alla luce di questa situazione sarebbe auspicabile un adeguamento e un miglioramento della tutela in favore degli assistiti e dei familiari superstiti, in modo tale da impiegare utilmente alcune risorse che, poi a fine anno, andrebbero altrimenti ad incrementare l’avanzo di gestione INAIL.

Ma proprio dalle nostre esperienze di vita abbiamo tratto l’ispirazione e trasformato i drammi vissuti sulla nostra pelle in atti di solidarietà dove, condividendo le nostre storie, cerchiamo di far comprendere quanto possano essere fatali la mancanza di formazione, la sottovalutazione dei rischi e il mancato rispetto delle norme antinfortunistiche.

In proposito abbiamo un’esperienza più che ventennale che ci vede portare le testimonianze delle vittime di questi eventi nelle scuole e nelle aziende, coinvolgendo anche vedove e madri che hanno perso mariti e figli a causa del lavoro, con la certezza che solo così si riesca ad incidere in maniera molto profonda sui comportamenti e sulle coscienze individuali.

In questi ultimi anni abbiamo incontrato migliaia di studenti e lavoratori e molte grandi e piccole aziende si rivolgono a noi ormai costantemente per inserire le nostre testimonianze all’interno dei loro programmi formativi su salute e sicurezza.

La forza di questo metodo sta diventando diffusamente riconosciuta e apprezzata in tutto il territorio nazionale con un continuo aumento di richiesta di interventi a cui danno straordinaria disponibilità i nostri volontari perché avendo provato sulla nostra pelle il dramma e i danni di un infortunio, sentiamo di dover fare la nostra parte affinché ad altri non capiti quanto accaduto a noi e per i cui danni hanno pagato i nostri cari.

L’ANMIL è nata come punto di riferimento per le persone vittime del lavoro, ma quello per cui dobbiamo lottare uniti tutti insieme è affinché queste tragedie non si verifichino mai più”.

Lo afferma Luigi Cuomo presidente di ANMIL Catanzaro e vicepresidente regionale Calabria

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