Morra: “L’emorragia M5S non è finita”

“A furia di rinviare la soluzione, i problemi si ingigantiscono e poi esplodono e sono convinto che l’emorragia non sia finita. Ci sarà difficoltà per M5s, perché si è fatta una scelta votata a distruggere le ragioni stesse per cui era nato il Movimento”. Per il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra, intervistato dall’Agi, quanto successo martedì, con l’annuncio dell’addio a M5s da parte di Luigi di Maio e la nascita di una nuova formazione politica è l’esito più naturale di una situazione ormai compromessa da tempo. Tanto da determinarne la fuoriuscita dal gruppo parlamentare in tempi non sospetti, anche se il numero uno dell’Antimafia tiene a sottolineare che si ritiene ancora parte integrante della comunità degli attivisti del Movimento. “Dovevamo promuovere -osserva- una rivoluzione culturale. Io mi sento in qualche modo figlio di quella comunità. Questa situazione si protraeva da mesi se non da anni. Dal 2015 -ha proseguito- c’è stata una decisa sterzata in chiave monocratica e il movimento è diventato ben altro. Sono convinto che quanto avvenuto ieri sia stata conseguenza prevedibile dell’incapacità dell’altro leader presunto di arrivare a sciogliere i nodi gordiani. Il movimento doveva avere un’assunzione collettiva di responsabilità, senza accettare leadership individualistiche, chiunque cercasse di conseguirle. Invece ci siamo incartati nella scelta del cosiddetto Capo politico”. Quanto a Di Maio, per Morra le mosse del ministro degli Esteri erano agevolmente prevedibili da tempo. “Sono convinto che tutto dovesse essere chiaro allorquando Di Maio ha usato due aggettivi che avevano a che fare con tutto tranne che col M5s, e cioè ‘moderato’ e ‘liberale’. Dobbiamo essere non moderati e liberali ma intransigenti e rigorosi. Il Movimento doveva essere collegialità ed essere senza leader, leader di sé stesso”.