Molinari (Idv): “Sui dirigenti regionali no ad operazioni gattopardesche”
CATANZARO. “Ci fa piacere che, finalmente, si stia procedendo alla redistribuzione delle cariche dirigenziali alla Regione Calabria. Nell’apprezzare la decisione del presidente Oliverio di avviare quella tanto decantata rivoluzione, con le nuove nomine e la riorganizzazione interna, ci auguriamo, però, che non si metta su la solita macchina gattopardesca, con il risultato che tutto cambi perché nulla cambi”. Lo sostiene, in una nota, il senatore di Italia dei valori Francesco Molinari. “Chiediamo che, questa volta – aggiunge – si compiano scelte oculate e trasparenti nell’ottica di una tutela della Calabria e dei calabresi. Se si intende, concretamente, lanciare il messaggio di una chiara e inequivocabile volontà di innescare un nuovo modo di intendere la gestione della cosa pubblica, in cui chi amministra lo faccia per merito, competenze e capacità e non attraverso le solite manfrine finalizzate a concedere privilegi agli amici degli amici, occorre cominciare dai settori nevralgici. Novità che, in primis, deve valere per la Sanità che in Calabria ha subìto un vero e proprio attacco vampiresco, da più fronti, arrivando ad oggi ad una situazione di depauperamento ed inefficienza, tale da impedire anche solo una offerta risicatamente sufficiente, ed in ogni caso inaccettabile in uno stato democratico che per definirsi tale, deve, necessariamente garantire, il diritto sacrosanto alla salute che ci ricorda la costituzione fra i diritti inviolabili”. “Ribadiamo nuovamente, così come tante altre volte abbiamo fatto – dice ancora Molinari – la necessità che si punti al conferimento di una maggiore solidità alla sanità pubblica e, contestualmente, maggiori controlli in quella privata. È inconcepibile, infatti, che si possa parlare di accreditamento alle cliniche, che puntualmente registrano un’elevata percentuale di mancata retribuzione degli stipendi ai lavoratori o che, dopo aver dato corso alle procedure concordatarie, ritornano, magari dopo un gioco di specchi, a ri-ottenere l’accreditamento. Si faccia valere, per esempio e per iniziare, quella disposizione prevista dalla legge di richiesta del Durc anche per le strutture convenzionate al servizio sanitario nazionale e, dunque, beneficiarie di accreditamento, prima di poter attingere soldi pubblici. È arrivato il momento di ristabilire ambiti di legalità, attraverso il rispetto delle regole e sulla base di azioni guidate da principi di giustizia e di eguali diritti per tutti. Ma soprattutto, è giunto il momento di impegnarsi, fattivamente, affinché i calabresi, possano fruire di servizi, oltre che essere sicuri di ricevere almeno i LEA, di alta qualità e non accontentarsi sempre di una offerta tirata su alla meno peggio, perché si è prestata più attenzione al settore sanità per la capacità di ‘raccolta del consenso elettorale’ che come vitale e determinante servizio di una sana democrazia”.