Mimmo Lucano, il Pg della Cassazione chiede la conferma del divieto di dimora
ROMA. Va confermato il divieto di dimora per il sindaco (ora sospeso) di Riace Mimmo Lucano. È la posizione espressa dal sostituto pg della Cassazione Ciro Angelillis nel corso dell’udienza a porte chiuse svolta ieri mattina davanti alla sesta sezione penale della Suprema Corte, chiamata a decidere se confermare o meno la misura disposta dal tribunale del Riesame di Reggio Calabria il 16 ottobre scorso. A impugnare in Cassazione la decisione del Riesame – che aveva quindi revocato a Lucano gli arresti domiciliari a cui era stato sottoposto all’inizio di ottobre con un’ordinanza del gip di Locri, imponendo però al sindaco il divieto di dimora nel territorio del Comune di Riace – sono stati i difensori di Lucano, indagato nell’ambito di un’inchiesta su presunte irregolarità nella gestione del progetto migranti. La decisione dei giudici di ‘Palazzaccio’ dovrebbe arrivare oggi. La storia di Domenico “Mimmo” Lucano potrebbe riassumersi in poche righe, se non fosse per le tante discussioni alimentate dietro il “modello accoglienza” che nella qualità di sindaco, oggi sospeso, ha messo in atto a Riace. Un modello che si è infranto sull’indagine che ha portato il primo cittadino a dover lasciare il suo paese, per il divieto di dimora, dopo essere stato agli arresti domiciliari. La storia di Riace sembra uscita da una sceneggiatura cinematografica. E non a caso è stata al centro del documentario “Il volo”, con la regia di Wim Wenders, diventato un cult nella storia dell’immigrazione. I titoli dei giornali di tutto il mondo sono tutti per Lucano e per la sua iniziativa. La normalità di Mimmo Lucano è nell’avere sempre sostenuto di avere cambiato il concetto di integrazione e ospitalità, trasformando in una risorsa l’arrivo di quei barconi carichi di disperazione, diventati, per Riace, l’occasione di rinascita. Un’idea completamente ribaltata dall’inchiesta che avrebbe, però, evidenziato una serie di irregolarità e abusi.