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MD: “Su Sirianni brutta pagina scritta dal CSM”

MD: “Su Sirianni brutta pagina scritta dal CSM”

“Il Consiglio superiore della magistratura ha deliberato di non riconoscere la settima valutazione di professionalità a Emilio Sirianni. Intendiamo sindacare l’insindacabile: Emilio Sirianni ‘paga’ le conseguenze del suo rapporto amicale con Domenico Lucano, l’ex sindaco di Riace, il suo offrire all’amico Lucano consigli per la sua attività a supporto dei migranti, la sua promessa di impegnarsi per promuovere un movimento di opinione a suo favore. Sirianni ha anche avuto il torto di esprimere commenti molto aspri, propri di una conversazione privata tra amici, sulla professionalità di un magistrato”. Lo sottolinea una nota di ;Magistratura democratica, dopo l’esito del plenum di ieri sulla pratica di Sirianni. “Per questi fatti Emilio Sirianni – ricorda la nota di Md – è stato sottoposto a: procedimento penale (archiviato); procedimento volto ad accertare l’eventuale incompatibilità ambientale ad esercitare le funzioni nel distretto di Catanzaro (insussistenza dei presupposti); procedimento disciplinare (definito con assoluzione); procedura di non conferma nell’esercizio delle funzioni semidirettive (il Consiglio giudiziario del distretto evidenziava invece un magistrato dotato di ‘eccellente’ capacità organizzativa che, con impegno, sobrietà e rigore ha eliminato le pendenze della sezione lavoro da lui diretta)”. “Mettiamo in fila pochi aspetti: Emilio Sirianni non è un giudice penale; non lavora nel distretto nel cui ambito territoriale Lucano era indagato; non ha ‘avvicinato’ i magistrati che si occupavano del caso di Lucano; Sirianni, – prosegue Md – allorché si è attivato a promuovere un movimento di opinione, ha esercitato una libertà costituzionale (e forse più d’una: diritto di manifestazione del pensiero; diritto di critica; diritto di partecipazione alla vita democratica, e via di seguito). La decisione del Csm è allarmante. Lo è per più di una ragione che riguarda tutti i magistrati italiani”. “Si tratta di una valutazione di professionalità – aggiunge Md – che omette di valutare il lavoro giudiziario, per concentrarsi sulla vita privata del magistrato. È un precedente pericoloso per tutti i magistrati italiani, che rischiano di essere bloccati nelle progressioni di carriera per le loro scelte di vita privata e non per il vaglio negativo dell’attività che svolgono nell’aula”. “Sotto questo profilo, – rileva Md – desta preoccupazione, sul piano del metodo, il modo con cui molti componenti del Consiglio hanno interpretato il loro ruolo: un Csm polarizzato in due schieramenti contrapposti, con l’intero Comitato di presidenza che si mostra incapace di esprimere una posizione è in gioco è la stessa indipendenza dei magistrati”. “Suona sinistro, quasi evocativo di uno stigma che colpisce Emilio Sirianni in conseguenza della sua militanza nell’associazionismo giudiziario, l’insistito riferimento alla sua appartenenza a Magistratura democratica. Soprattutto, preoccupa la stigmatizzazione dell’appassionata partecipazione, al di fuori dell’esercizio delle funzioni (ché, su quelle, nessuno ha sollevato obiezioni), a un progetto di solidarietà sociale. È una profonda ingiustizia che il Consiglio superiore della magistratura fa a Emilio Sirianni. “Lo ribadiamo, è anche un messaggio pericoloso per tutta la magistratura: state buoni. Non date problemi. Tenetevi al riparo dalla società. Ieri il Csm- conclude la nota di Md – ha scritto una brutta pagina e si assume il rischio di riportare la magistratura indietro di sessant’anni. Un disegno al quale Magistratura democratica si opporrà con convinzione, per tutti i magistrati italiani. Domani Emilio Sirianni potrebbe essere qualunque magistrato della Repubblica. Per questo, oggi, siamo tutti Emilio Sirianni”.

 

 

 

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