Marziale: “Per la Ciambra non servono Tavoli in Prefettura”
“Apprezzo il costante e solerte impegno di Santo Bagalà, già presidente del consiglio comunale di Gioia Tauro, a favore degli abitanti della Ciambra, che annovera tantissimi minorenni, e bene ha fatto la collega Garante della salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, ad effettuare, insieme agli amministratori locali, un sopralluogo. Ma la soluzione dell’atavico problema non è l’ennesimo tavolo in prefettura per mettere falle ad una nave affondata. Ciò detto con assoluta considerazione dell’impegno della Prefettura ed allo scopo che la stessa non perda tempo con soluzioni tampone”: è quanto dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale. “L’Italia intera ricorda il mio impegno -continua Marziale- che sortì l’effetto di una parvenza di manto stradale, un raffazzonamento della rete fognaria e la raccolta di qualche cumulo di immondizie. Grazie alla cura della Chiesa locale, tanti bambini hanno cominciato a fare doposcuola e io provvidi finanche a pagare la retta del pulmino che li accompagnava a scuola, per drenare una dispersione scolastica che era alle stelle. In pieno periodo di scuola a distanza, per via del Covid, ho in qualche modo sopperito con la distribuzione di libri, giacché mi era stato detto che il più dei bambini non fruiva della rete Internet. Tutto è tornato come prima, se non addirittura peggio”.
“La verità deve accompagnare sempre le battaglie civili a favore della gente disagiata, soprattutto dei minorenni -evidenzia il sociologo- e la verità è che mentre io bussavo a porte che rimanevano chiuse per chiedere aiuto, nel frattempo Jonas Carpignano guadagnava un premio al Festival di Cannes per un pregevolissimo docu-film sulla Ciambra e a lui venivano spalancate le porte dei piani alti della Regione con gli amministratori di allora che si dichiaravano “commossi”. Peccato che il film riproduca la realtà. Tempi bui quando ci si commuove davanti a un film e si perdono di vista i bisogni reali della povera gente”. Il Garante così aggiunge: “Si ripulisca il quartiere immediatamente, perché il rischio di malattie ed infezioni è a livelli emergenziali, ma fino a quando sentirò parlare di riqualificazione del quartiere e non di “contaminazione urbana” di quei bambini al resto della città, sono autorizzato a credere che tutto sia destinato a rimanere una fiction. Gli organi d’informazione, parlando del quartiere gioiese, lo hanno battezzato ‘ghetto’ a ragion veduta. La soluzione, che trova d’accordo quasi tutti gli stessi abitanti del quartiere, è innescare un processo di contaminazione urbana, cioè trovare una collocazione abitativa a quelle famiglie in città. Se anche si rifacesse un lavoro di riqualificazione, le condizioni d’intorno si presterebbero sempre e comunque -conclude Marziale- ad un rigetto delle cose fatte”.