Calabria Verde, il commissario Mariggiò: “Scorretto criminalizzare il personale forestale”
“Non è corretto, per la Locride e la Calabria, asserire in modo indiscriminato che la maggioranza dei circa ‘500 operai’ della forestazione che vivono ad Africo è stata arrestata per reati di mafia”. Lo afferma, in una nota, Aloisio Mariggiò, commissario straordinario di “Calabria Verde”, l’azienda regionale per la forestazione. “Nel corso dell’ultima trasmissione televisiva ‘Fuori dal Coro’ di Rete 4, andata in onda – rileva Mariggiò – in prima serata il 15 settembre, è stata citata Calabria Verde per segnalare ancora una volta, tra le fila dei dipendenti aziendali, questa volta che operano nella Locride, la presenza di operai idraulico-forestali, ex detenuti, condannati anche per associazione mafiosa, che, nonostante i loro gravi pregiudizi penali, sarebbero indebitamente ‘stipendiati dalla Regione’. Devo subito precisare che l’argomento non è nuovo ed ecco il perché ho utilizzato l’avverbio ‘ancora’. È sistematicamente ripreso in coincidenza di impegni elettorali. In Calabria Verde l’utilizzo del prefisso ‘ex’ ricorre in modo frequente: vi è l’ex generale Mariggiò, ci sono gli ex lsu e gli ex lpu, gli ex operai del Fondo Sollievo, gli ex dipendenti di Why Not. Dalle notizie che mi arrivano, è possibile che, a breve, all’attuale esercito debba aggregarsi qualche altro ‘battaglione d’assalto’, solo e sempre di ‘ex’. Altra gente proveniente dal mondo del precariato cui è difficile negare risposte, aspettando da lungo tempo una sistemazione lavorativa, la stessa che, molti anni prima, altri lavoratori della forestazione hanno a loro volta atteso ed ottenuto dopo lunghe lotte. Tra questi anche la stragrande maggioranza degli ex detenuti di cui si è parlato nel filmato. E’ tutta gente – spiega il commissario di Calabria Verde – proveniente dal mondo del precariato, per i quali la forestazione ha avuto funzione di ammortizzatore sociale, ma che, una volta stabilizzati, hanno acquisto precise garanzie. Le stesse garanzie di cui godono coloro che hanno i certificati penali ‘puliti’”.
Mariggiò aggiunge: “Non corretto, per la Locride e la Calabria, asserire in modo indiscriminato che la maggioranza dei circa ‘500 operai’ della forestazione che vivono ad Africo è stata arrestata per reati di mafia. Non è corretto affermare che quegli operai sono impropriamente pagati dalla Regione. Non è corretto dire che non vanno a lavorare e che nessuno li controlla. Tra loro ci sono sicuramente soggetti che sbagliano. Con loro, però, si devono utilizzare nuovi metodi di approccio, anche istituzionale. È questo – conclude – il motivo per il quale, nel rispondere a un’istanza della direttrice della Casa circondariale di Siano, Calabria Verde ha voluto avviare, con le poche risorse a disposizione, un processo di riqualificazione di un’area interna che, magari, faciliti il reinserimento esterno di chi oggi è tenuto lontano dalla società”.
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