“Mascherine tricolori” in 70 piazze italiane. Anche in Calabria
Tornano in piazza anche a Lamezia Terme le Mascherine Tricolori, ancora più determinate a sfidare il lockdown per chiedere con forza misure concrete a sostegno di lavoratori e famiglie. “La situazione è drammatica – si legge nel comunicato – e non intendiamo rimanere in silenzio a vedere fallire le nostre attività o vedere sfrattate le nostre famiglie. Siamo lavoratori, imprenditori, madri, padri, partite IVA: tutte persone che stanno ancora aspettando le misure di aiuto promesse da più di due mesi dal Governo Conte”. “Non abbiamo paura delle multe, stare in piazza è un diritto: non saranno repressioni e divieti a fermare la nostra voce”. “Il nostro obiettivo – conclude il comunicato – è uno: combattere per difendere il futuro dell’Italia e delle nostre famiglie. Le mascherine che portiamo non sono un bavaglio ma un atto di accusa contro chi ha deciso colpevolmente di far fallire un’intera Nazione”.
Mascherine tricolori in piazza anche a Reggio Calabria. “Questa è una manifestazione pacifica, ma determinata. Nel pieno rispetto delle distanze, con la ferma volontà di non mettere a rischio la salute di nessuno. Siamo qui oggi per compiere un atto di libertà, per dimostrare che, nonostante il clima di terrore instaurato, esistono degli italiani che non si arrendono. Per ribadire che questa situazione è figlia degli errori di chi governa, non certo dei cittadini, che fino ad oggi si sono comportati in maniera esemplare. La colpa dell’emergenza sanitaria non è dei cittadini, ma di una politica che in questi anni ha chiuso gli ospedali, ha ridotto i posti in terapia intensiva, ha distrutto la produzione nazionale. Quella stessa politica incapace che ora rischia di farci morire di fame. Dopo più di due mesi di quarantena abbiamo visto solo annunci. Dov’è la tanto sbandierata “potenza di fuoco”? Qui non si vedono rilanci, ma solo ritardi. Nel suo ennesimo show serale Giuseppe Conte ha annunciato una serie di misure del tutto insufficienti. Solo promesse che non potranno essere mantenute. Dove sono i soldi della cassa integrazione in deroga? Perché centinaia di migliaia di lavoratori autonomi ancora non hanno avuto i 600 euro? Dei soldi in banca per imprese e commercianti neanche l’ombra! E i soldi a fondo perduto? Ammesso che arriveranno saranno pochi e in ritardo! Di una pace fiscale per tutto il 2020 non se ne parla, nessuna sospensione degli adempimenti fiscali né rottamazione delle cartelle Equitalia. Esistono interi settori, come il turismo, che rischiano letteralmente di scomparire. Servono interventi drastici, epocali, per impedire la chiusura di alberghi, stabilimenti, bar e ristoranti. I bonus per l’acquisto di monopattini e auto elettriche non sono certo la priorità! Servono regole certe, ma soprattutto applicabili, realistiche, per far riaprire quelle attività che rischiano di non tirare più su la serranda”.