Mancuso: “Pronti a difendere l’olivicoltura”

“Quando si dice che la Calabria ha radici millenarie di cui andare fieri, ci si riferisce anche all’origine e alla cultura di uno dei pilastri della nostra economia che è l’olivicoltura, oggi rappresentata da eccellenti produttori grandi e piccoli che però, nonostante i sacrifici, gli impegni finanziari e la tenacia con cui affrontano le ostilità di un mercato che, per più cause, registra il crollo del prezzo dell’olio, rischiano il default o di uscire da questa fase critica fortemente penalizzati”. Lo sostiene, in una nota, il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, che afferma di condividere “appieno le ansie e le legittime preoccupazioni del mondo olivicolo calabrese e il loro appello affinché si intervenga per sostenerli con misure specifiche e per evitare la ‘svendita’ del nostro oro verde”. Il presidente Mancuso assicura, inoltre, “massima attenzione da parte del Consiglio regionale, che non mancherà – afferma – di fare la propria parte. Sono certo – dice ancora Mancuso – che unendo le forze e agendo nella stessa direzione, si possano indurre il Governo e l’Europa, anche intervenendo nella Conferenza Stato-Regioni, a fare di più, presto e meglio. Con un prezzo all’origine di 4 euro al chilogrammo, che è il più basso degli ultimi vent’anni, le escursioni termiche e le recenti piogge, che hanno fatto crollare le rese soprattutto in alcune aree della regione, il pericolo, senza tralasciare l’intoppo nel reperimento di manodopera a causa del reddito di cittadinanza, è che la crisi, per la difficoltà del conferimento del prodotto da parte degli imprenditori nella percentuale richiesta, non risparmi neppure le organizzazioni dei produttori, che rischiano, infatti, di perdere i requisiti di riconoscimento per via del mancato conferimento da parte dei produttori associati nelle percentuali stabilite dalle norme. Il Governo può fare tanto: per esempio sgravi contribuitivi e dilazione dei mutui accesi dalle imprese per la modernizzazione degli apparati di produzione. Mentre all’Europa è richiesta la tutela di un settore fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno e della Calabria, minacciato com’è dalle contraffazioni, dalle incursioni dell’olio straniero a dazio zero e da una serie di accordi internazionali che colpiscono l’olio italiano di elevata qualità e tracciabile in ogni punto della filiera”. “A fronte di una produzione di grande qualità ma in calo rispetto alle previsioni di inizio stagione e già sofferente per le criticità degli scorsi anni anche per il fermo da pandemia – conclude Mancuso – non dubito che sapremo dotarci di una strategia lungimirante che assicuri certezze e prospettive ad un settore che in Calabria, per bontà del prodotto e processi di innovazione delle imprese, non ha niente da invidiare a nessuno”.