Maltempo, l’arcivescovo Panzetta: “Crotone non ha bisogno di elemosine”

Maltempo, l’arcivescovo Panzetta: “Crotone non ha bisogno di elemosine”

“Questo territorio non ha più bisogno di elemosine o di mortificanti interventi a pioggia, ma di infrastrutture”: è uno dei passaggi più significativi del messaggio che l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, Angelo Raffaele Panzetta, ha inviato a tutti coloro che sono stati colpiti dall’alluvione dello scorso fine settimana. Un messaggio vibrante con il quale le istituzioni, a tutti i livelli, dal Governo alla Regione per finire ai Comuni, sono chiamate ad una assunzione di grande responsabilità verso il territorio. Dopo aver espresso vicinanza a tutte la comunità colpite dall’alluvione, a chi ha perso la casa, ai commercianti e a tutti coloro che hanno subito danni alle proprie attività, alle parrocchie che hanno visto distrutte opere edificate con il contributo di generazioni di credenti, ai malati, in particolare quelli affetti dal Covid19 che in questa alluvione hanno visto amplificato il loro disagio, ed aver benedetto lo sforzo di quanti si stanno adoperando con dedizione e generosità per alleviare questi disagi, monsignor Panzetta afferma che in questo frangente c’è bisogno “di favorire la prossimità tra di noi e tra le istituzioni, per resistere alla tentazione di coltivare protagonismi personali e interessi di parte che impoveriscono la collettività”. In proposito Panzetta spiega che la chiesa crotonese “sta moltiplicando gli sforzi per farsi prossima a tutti coloro che sono in difficoltà, attraverso servizi capaci di offrire ristoro a tutti i poveri, antichi e nuovi, che purtroppo nel nostro territorio stanno raggiungendo numeri che vanno ben oltre la soglia dell’allarme sociale”.

Ma soprattutto il presule ritiene che sia compito della chiesa “stimolare e promuovere il protagonismo delle istituzioni democratiche e civili del nostro territorio, che anche se gravate da ataviche inefficienze di cui tutti abbiamo triste esperienza, possono sempre risollevarsi in nome di quel Bene Comune al cui servizio sono preposte. È nostra intenzione – afferma in proposito Panzetta – sostenere tutte quelle iniziative politiche e istituzionali che avranno il coraggio di ripensare e riprogettare l’impegno per il bene comune in questa nostra terra”. Non solo. La chiesa sente “la responsabilità di chiedere alle istituzioni regionali, nazionali ed europee un’attenzione particolare per questo nostro territorio che non ha più bisogno di elemosine o di mortificanti interventi a pioggia, ma di infrastrutture (strade, ponti, reti ferroviarie e aeroporti, ospedali adeguati), una seria prevenzione del dissesto idrogeologico e del disagio lavorativo. Se queste attese dovessero ancora rimanere inascoltate – avverte l’arcivescovo di Crotone – come cittadini italiani e calabresi saremmo inevitabilmente portati a chiederci se la nostra bellissima Costituzione costituisca ancora il riferimento imprescindibile della nostra nazione, e se le Regioni, pur nella legittima autonomia prevista dal nostro ordinamento, riescano ancora a garantire diritti almeno simili ai cittadini che abitano i diversi territori”. Monsignor Panzetta si dice sicuro che “il grido che sale dalla nostra terra non rimarrà inascoltato. Sono sicuro che, invece, la terribile “policrisi” (sanitaria, economica, ecologica, politica, sociale, culturale, spirituale e identitaria) si dimostrerà un’occasione straordinaria per un cambio di passo verso una cultura della responsabilità e dell’impegno in grado di innescare processi di rinnovamento e di sviluppo”.

 

 

 

 

desk desk