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Messe in ginocchio dalla tromba d’aria numerose strutture produttive crotonesi

Messe in ginocchio dalla tromba d’aria numerose strutture produttive crotonesi

CROTONE. “Non possiamo permettere che la struttura produttiva crotonese, che dà lavoro a migliaia di lavoratori, possa essere cancellata da un tornado. Oggi stesso faremo la richiesta di calamità naturale al Governo nella quale chiederemo che sia contemplata una linea di intervento a sostegno delle imprese di Crotone perchè l’apparato produttivo di Crotone deve essere aiutato per evitare che da questa vicenda sia messo in ginocchio”. Lo ha detto lunedì il governatore della Calabria, Mario Oliverio, che ha visitato la zona a nord di Crotone colpita domenica da una tromba d’aria che ha causato gravissimi danni alle imprese. “La Regione – ha aggiunto Oliverio – valuterà quello che può fare senza risparmiarsi. Siamo impegnati su una linea di sostegno. Le realtà consolidate devono essere difese e consolidate. Valuteremo gli spazi di manovra che abbiamo”. Intanto per il prefetto di Crotone Cosima Di Stani serve un immediato intervento del Ministero dell’Ambiente per evitare un’emergenza ambientale. Il depuratore consortile nella zona industriale di Crotone, infatti, è stato messo fuori uso dal tornado di domenica. Il depuratore tratta le acque di falda della Syndial, contaminate dai metalli pesanti della produzione delle fabbriche. Si tratta di una vera e propria emergenza di carattere ambientale in quanto le acque contaminate non trattate potrebbero avere conseguenze devastanti per la salute pubblica. Il depuratore è del Corap, il Consorzio regionale della attività produttive, ed effettua, oltre al trattamento biologico, anche quello delle acque di falda, che contengono scorie altamente tossiche e che potrebbero finire direttamente in mare. Il depuratore da lunedì non è più in funzione, ma mentre il trattamento biologico dovrebbe riprendere in serata (nelle vasche sono finite le lamiere ed i detriti portati dal tornado), per poter depurare le acque della Syndial serviranno almeno 10 giorni in quanto sono state rotte le condutture dei reagenti che permettono la depurazione. Per questo il prefetto Di Stani, considerata la gravità della situazione, ha chiesto che la problematica sia assunta direttamente dal ministero dell’Ambiente e che sul posto sia inviata una ditta altamente specializzata per riparare il danno nel più breve tempo possibile. Difficile anche trovare soluzioni alternative anche perché la produzione di acque di falda è di 5000 metri cubi al giorno e servirebbero 8 autobotti all’ora per trasportarle in un altro depuratore dotato del sistema Taf (trattamento acque di falda) lontano da Crotone.

 

 

 

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