Lombardo (DDA): “A Reggio la ndrangheta era padrona assoluta”
Alla sbarra “l’infame binomio tra mafia e politica”. Il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, nel corso della requisitoria al maxiprocesso Gotha ha ricordato una sentenza di oltre 50 anni fa in cui si parla, appunto, di mafia e politica. “La ‘ndrangheta è stata trasformata in una istituzione della Repubblica in questo territorio”, ha affermato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo nel corso della requisitoria del maxiprocesso Gotha. “Un meccanismo -ha spiegato Lombardo- caratterizzato da una progressione criminosa che supera la contaminazione, supera il contatto, supera l’infiltrazione -non ci dimentichiamo che Reggio Calabria è il primo comune capoluogo di provincia sciolto per la presenza di gravissime forme di infiltrazione mafiosa- che va oltre il singolo affare, che va oltre il singolo appalto, che diventa sistema che trasforma la ‘ndrangheta da interlocutore dell’istituzione in istituzione vera e propria. Questo è il risultato drammatico che noi ricostruiamo in questo processo”. “Il fenomeno più grave che questa terra vive da sempre -ha sottolineato Lombardo- non è il fenomeno puramente mafioso ma è l’indotto mafioso. In questa terra ci sono tantissime persone che non sono ‘ndrangheta ma vivono di ‘ndrangheta, perché la ‘ndrangheta è il motore attorno al quale tutto ruota nell’amministrare la cosa pubblica e grande parte del settore privato. Il concetto nuovo del processo Gotha è l’indotto mafioso. I De Stefano -ha detto ancora Lombardo- la politica l’hanno fatta, l’hanno fatta molto bene, l’hanno fatta non condizionando la città di Reggio Calabria, l’hanno fatta consentendo alla ‘ndrangheta di divenire padrona assoluta di tutte le dinamiche pubbliche, perché ovviamente il privato era già ampiamente condizionato, che caratterizzano questa comunità”.