Levata di scudi contro Letta: “Così il Pd brucia i suoi migliori dirigenti”

“Esprimo profonda preoccupazione per le vicende legate alle prossime elezioni regionali in Calabria, alla luce delle ultime dichiarazioni di Nicola Irto. Pur condividendo l’utilità in principio di costruire coalizioni quanto più ampie e competitive possibile sui territori, non posso non rilevare però che le alleanze devono essere uno strumento, un mezzo per valorizzare le migliori energie e realizzare le idee, i programmi e i progetti dei Democratici per lo sviluppo delle comunità interessate. Non possiamo ritenere le alleanze un dogma o un fine in sé, da perseguire anche a costo di perdere di vista la nostra identità o le posizioni dei nostri militanti sui territori. Come già detto, Irto è una figura giovane, competente e radicata, che rappresenta il volto della Calabria che vuole cambiare e rilanciarsi, su cui è già ricaduta peraltro la scelta unanime del PD regionale. Sono convinto che si proveranno a fare tutti gli sforzi nelle prossime ore per strutturare uno schema di coalizione competitivo in vista delle elezioni regionali, senza rinunciare però alla motivazione e alla passione della migliore classe dirigente del territorio”. Lo dichiara Piero De Luca, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera. “Che partito è questo Partito Democratico che brucia così i suoi migliori, giovani dirigenti? In nome di cosa?”, scrive, sul suo profilo facebook, la parlamentare del Pd, Enza Bruno Bossio, commentando la decisione del consigliere regionale del partito, Nicola Irto, di ritirare la sua disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione Calabria. “Un accordo con sigle elettorali che ancora non esistono? Sono veramente sconcertata”, aggiunge Bruno Bossio. “L’esito dell’incontro con il segretario Letta, che Nicola Irto ci ha comunicato, lascia sinceramente perplessi”, dice il consigliere regionale del Pd Calabria, Luigi Tassone. “Grande – prosegue Tassone – è la delusione nell’apprendere che la unanime decisione, registrata da Francesco Boccia, di chiedere ad Irto di rappresentare il Pd e la coalizione al tavolo con il presidente Conte sia stata completamente disattesa”. “La comunità dirigente e militante del Partito Democratico calabrese ha fatto una scelta chiara, condivisa e unanime chiedendo a Nicola Irto di essere il candidato alla presidenza della Regione Calabria, disattendere tale decisione da parte dei vertici nazionali del partito equivale ad una limitazione inaccettabile dell’autonomia dei territori e della loro dignità”, afferma in un comunicato Angela Martino. “In tal senso – aggiunge Martino – , in quanto membro dell’assemblea nazionale e consigliera comunale nella più grande città della Calabria, mi chiedo perché altrove si possa ricorrere all’istituto interno delle primarie e per la nostra regione debbano rimanere un tabù! La costruzione di un accordo con qualsiasi altra forza politica non può essere a qualunque costo o rappresentare un appiattimento della nostra linea politica, soprattutto non a scapito dei nostri dirigenti e dei nostri valori”. “La comunità dirigente e militante del Partito Democratico calabrese ha fatto una scelta chiara, condivisa e unanime chiedendo a Nicola Irto di essere il candidato alla presidenza della Regione Calabria, disattendere tale decisione da parte dei vertici nazionali del partito equivale ad una limitazione inaccettabile dell’autonomia dei territori e della loro dignità”. Lo afferma, in un comunicato Angela Martino. “In tal senso – aggiunge Martino – , in quanto membro dell’assemblea nazionale e consigliera comunale nella più grande città della Calabria, mi chiedo perché altrove si possa ricorrere all’istituto interno delle primarie e per la nostra regione debbano rimanere un tabù! La costruzione di un accordo con qualsiasi altra forza politica non può essere a qualunque costo o rappresentare un appiattimento della nostra linea politica, soprattutto non a scapito dei nostri dirigenti e dei nostri valori”. “Non abbiamo posto veti a nessuno – prosegue Martino – e non possiamo nemmeno accettarli, da questi presupposti non si può costruire un accordo credibile. Il consenso rappresenta una rete ed una prospettiva, mettere in disparte queste ultime vuol dire far fare un salto nel buio alla comunità democratica calabrese. Nessuno ci immagini come merce di scambio politico”.