Lettera al giornale….. Sanità faccia rima con umanità
La presente nasce senza nessuno scopo di scredito, ma solo per un fine costruttivo, che possa essere da monito e da stimolo per il necessario miglioramento di un servizio primario, oltre che, indispensabile e vitale.
Domenica 17 febbraio, a seguito di un incidente fortuito, decido di recarmi presso il nosocomio ritenendo necessario l’assistenza di personale qualificato.
Con mia moglie, precisamente alle 18 del pomeriggio, arrivo al pronto soccorso dell’ospedale Pugliese dove immediatamente mi reco presso l’accettazione e dopo un’attesa relativamente esigua l’operatrice con fare poco affabile mi invita a sedermi ed attendere il mio turno, assegnandomi giustamente un codice bianco; in quel momento tra la sala d’attesa e l’androne saremo state circa 50 persone tra le quali anche molto bambini.
Dopo la prima ora di attesa procedo alla prima visita, che serve per farmi prescrivere radiografia e consulenza specialistica ortopedica, la prima effettuata nel relativo reparto è stata molto rapida, la seconda, complice un’attesa di 3/4 d’ora del medico specialista ed anche l’orario di cambio turno, allunga i tempi.
La consulenza conferma una frattura e quindi la necessità di una gessatura, ma che al momento il tecnico della sala gessi non è in sede, essendo in reperibilità, e che lo avrebbe fatto contattare subito, ma che ci sarebbe stato da aspettare…
L’attesa sarà di un’altra ora e mezza, per poi impiegare davvero poco ad eseguire una gessatura in modo corretto. Fatta anche questa, pensavamo oramai fosse finita la nostra esperienza, ma in realtà ci hanno giustamente indicato di dover passare nuovamente in PRONTO SOCCORSO per ritirare il foglio d’uscita di nuovo presso l’accettazione, dopo i vari consulti con gli specialisti.
Ora qui arriva la nota dolente, erano le 21:05, ed oltre me, saranno rimaste circa 15 persone, e molte di queste in attesa di questo foglio di dimissioni, tra cui 3 bambini molto piccoli, tra gli 8 e 18 mesi.
Il tempo scorre lento nostro malgrado, ma ancor di più per quelle povere creature che si sa, a quell’età hanno necessità particolari.
Ormai erano le 23 e le mamme rimaste, oltre ad essere del tutto esauste dopo 7 ore di pronto soccorso, erano molto più alterate per i loro piccoli, senza ricevere un minimo di considerazione o attenzione particolare, vista la giovanissima età delle loro creature… continuavano a ripetere all’operatore dell’accettazione, con sempre più preoccupazione e frustrazione per i piccoli, che i loro bambini necessitavano di latte per poter mangiare e che non avendolo con sé per la fretta di correre in pronto soccorso, avevano bisogno di rientrare immediatamente a casa, ma l’unica risposta che continuavano ad avere dal personale era che i 2 medici incaricati di firmare i fogli di uscita non erano al momento disponibili, ancora dopo 2 ore di attesa, non erano disponibili. Giusto un ultimo consiglio da parte di chi, per ragioni professionali, sta a contatto con il pubblico tutti i giorni, cari operatori, immagino che il vostro lavoro non sia affatto facile, tra pazienti, orari, e risorse della sanità ristrette all’osso, ma voglio anche dirvi che il vostro lavoro, a mio modesto parere, necessità di una qualità particolare non da tutti e che non può prescindere dal carattere della persona stessa ed è l’UMANITA’.
L’empatia ,necessaria per poter svolgere un lavoro a contatto con gente, che soffre, o che comunque, è costretta a recarsi in pronto soccorso per urgenze e problemi seri e concreti, e non per fare una passerella o una passeggiata di piacere.
Ancor di più quando si ha a che fare con giovanissime vite, che sono per ogni genitore la ragione di vita, ciò per cui saresti disposto a tutto, senza riserve; e quando un genitore vede che non si sta facendo tutto il possibile affinché queste creature siano trattate nel miglior modo possibile, o che addirittura una macchinosa burocrazia possa essere causa di ulteriori sofferenze e dolore, allora sì che notizie di litigi e aggressioni nei pronto soccorso, saranno sempre e comunque all’ordine del giorno.
Mirko Trovato