Legge di stabilità, Nicolò: “Il Sud dimenticato e penalizzato”
CATANZARO. “L’inesistenza di provvedimenti pro Mezzogiorno nella legge di Stabilità, quando si preannunciano lacrime e sangue per la Calabria sottoposta a commissariamento per la sanità, in termini di tasse e tiket, fa venire in mente le parole dal ministro Delrio di qualche tempo addietro: ‘la gente del Sud deve iniziare a correre da sola, senza aiuti e sostegni esternì. Ora è tutto chiaro: il Sud, da questo Governo, non deve attendersi niente e nulla”. Lo afferma in una nota il presidente del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò. “Finalmente – aggiunge – chiara è la strategia del premier Renzi, cui fa da spalla il centrosinistra del presidente Oliverio che, pur in presenza dell’abbandono definitivo del Sud e pur in presenza di inadempimenti clamorosi del Governo verso la Calabria che sarebbe dovuta essere ‘la madre di tutte le battagliè, non trova la forza di esprimere neppure un’obiezione. Così in assenza dei promessi sgravi fiscali e di misure puntuali per favorire gli investimenti in un’area che la Svimez in estate ha descritto come al limite del default, la Giunta regionale si gira dall’altra parte, occupata dalle polemiche col Commissario ad acta per la sanità, mentre le varie correnti del Pd calabrese si dilettano con propagandistiche “Leopolde” e inutili Consulte sulla sanità”. “Politici, forze sociali ed osservatori attenti – prosegue Nicolò – rilevano che la legge di stabilità del Governo Renzi penalizza questa parte del Paese ed in particolare la Calabria. A quanto pare, l’impatto peggiore lo subiranno le province, le quali, condannate alla scomparsa, dovranno operare dei tagli pesanti (1 miliardo nel 2015, 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi nel 2017), obbligando le amministrazioni locali a nuovi balzelli per assicurare i servizi. Insomma: il Sud è il grande dimenticato di quest’altra manovra economica, così come del tutto ignorato è il porto di Gioia Tauro, a parole considerato strategico ma nei fatti escluso da ogni provvedimento di rilancio e potenziamento. Eppure dal Governo della Regione non si sente neppure un lamento. A noi pare che quanto sta accadendo, per i danni ingenti che arreca al Mezzogiorno ed alla Calabria, esigerebbe una forte reazione politica e l’immediata convocazione del Consiglio regionale, per far intendere al Governo che qui non siamo tutti uguali. E che se c’è chi s’accontenta di impegni a vuoto, c’è anche una Calabria sana e pulsante, che non si rassegna e chiede a Governo e Parlamento responsabilità istituzionale e politica”