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Le misure di isolamento stanno cambiando stile di vita ed abitudini alimentari degli italiani? Ecco alcuni numeri

Le misure di isolamento stanno cambiando stile di vita ed abitudini alimentari degli italiani? Ecco alcuni numeri

L’emergenza pandemica Covid-19 e le misure di isolamento predisposte dai decreti ministeriali hanno modificato le abitudini e gli stili di vita dei cittadini italiani. Raccogliere dati sui cambiamenti avvenuti o in atto è necessario per comprendere eventuali necessità da parte della popolazione e ipotizzare possibili interventi per coloro in difficoltà così come strategie per consentire stili di vita più sani. Al termine di questa emergenza, si dovrà fare i conti con l’eredità che ci lascerà, anche in termini di nuove abitudini alimentari, siano esse migliorative o peggiorative. Particolare attenzione deve essere posta al ruolo che il cibo e l’alimentazione stanno avendo per gli Italiani in queste settimane di isolamento.
Poter disporre di dati che fotografino questi cambiamenti mentre sono ancora in atto è cruciale per poter identificare possibili problematiche così come opportunità.
Proprio per questo Villa Miralago – il più grande centro nazionale per la cura dei disturbi del comportamento alimentare convenzionato con il SSI – e la School of Management (SOM) del Politecnico di Milano – da sempre in prima linea su temi di innovazione e di cambiamento hanno lanciato congiuntamente, diffondendolo attraverso i principali canali digitali, in maniera perfettamente congruente alle necessità comunicative del periodo, un progetto di ricerca che ha l’obiettivo di costruire, tramite un questionario proposto ai cittadini italiani, una base dati empirica che consenta di comprendere il ruolo che il cibo e l’alimentazione in generale stanno avendo durante questo periodo di isolamento.
In pochi giorni circa 8300 persone, hanno risposto compilando questo questionario. E’ importante sottolineare che se da un lato questo metodo ha consentito di raccogliere più di 5000 questionari in meno di 48 ore, tanto alta è stata l’attenzione verso questa ricerca da parte dei cittadini, dall’altro lato ha portato alla raccolta di un campione non rappresentativo della popolazione italiana; infatti, da una prima analisi risultavano sotto – rappresentati i cittadini con un livello di istruzione non universitario, con meno competenze digitali e con condizioni economiche più svantaggiate. Abbiamo quindi lavorato per estrarre dal campione complessivo, un sotto-campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana in termini di sesso, età, distribuzione geografica, titolo di studio e situazione economica. I risultati emersi dalla survey, con riferimento a 1000 questionari rappresentativi della popolazione italiana, descrivono la condizione psicofisica degli italiani durante l’emergenza Covid-19 e sono suddivisi in tre campioni di studio (Lombardia – Veneto, Emilia R, Piemonte – Resto d’Italia) a seconda dell’impatto, rispettivamente alto-medio-basso, dell’epidemia sul territorio nazionale. Riguardo alle abitudini alimentari è emerso che un italiano su due in questo momento consuma cibi più freschi (carne, pesce, uova, latticini) unitamente a frutta e verdura, preferendo il consumo di acqua agli altri tipi di bevanda. Da non sottovalutare, però, è che un italiano su quattro sta consumando bevande zuccherate (succhi di frutta e bibite gassate) e che in pochissimi si stanno informando su quale sia l’alimentazione più corretta per fronteggiare il Covid-19 e l’isolamento. La valutazione della variazione di peso ha evidenziato che un italiano su 4 riferisce una diminuzione del peso, mentre il 40% della popolazione riferisce un aumento di peso; tale variazione interessa più frequentemente le donne, è maggiormente riscontrabile nella fascia di popolazione più preoccupata per l’impatto economico dell’emergenza e in un range di età compreso tra i 30 e i 50 anni. Vi è una correlazione chiara in tutta Italia tra preoccupazione economica e variazione di peso; inoltre, più della metà di coloro che hanno aumentato l’introito calorico lo hanno fatto per gola-noia-nervosismo, mostrando l’insorgenza di un «emotional eating». Più della metà della popolazione sta facendo meno attività fisica del solito e circa un italiano su tre ha visto peggiorare la qualità del suo sonno; poiché il sonno è un indicatore di equilibrio psicofisico, tale dato è rappresentativo dell’impatto negativo che la situazione di emergenza sta avendo sulla salute mentale e fisica della popolazione. Inoltre, i dati confermano che chi ha a disposizione uno spazio esterno riferisce una maggiore tenuta psico-fisica. Solo un numero limitato di cittadini sta approfittando di questo momento di isolamento per migliorare il proprio stile di vita. Il sonno è un indicatore dell’equilibrio psico-fisico. Più di 3 cittadini su 10 dichiarano che la qualità del loro sonno è peggiorata per via delle preoccupazioni e delle ansie connesse al Covid-19 e alle misure restrittive. Quasi 4 cittadini su 10 la cui qualità del sonno è peggiorata significativamente cercano aiuto
in diversi prodotti per la gestione dell’emotività tra cui sostanze naturali, fitofarmaci, ansiolitici e antidepressivi. Questi dati dovrebbero essere monitorati nel tempo per comprendere la possibile emergenza di disequilibri psico-fisici nella popolazione. Dunque, non si evidenziano differenze statisticamente significative tra le varie regioni italiane; questo dato, che non ha valore epidemiologico, deve però far riflettere su come le misure di contenimento, a prescindere dalla «vicinanza» con la malattia, possano generare preoccupazioni e disagi psico-fisici nel medio-termine. Si iniziano ad intravedere alcuni «segnali» di un possibile disagio emergente (peggioramento della qualità del sonno, aumento del consumo di prodotti per la gestione delle preoccupazioni emotive, variazione di peso per emotional eating) che mostrano l’importanza di tenere monitorata nel tempo la tenuta psico-fisica della popolazione

 

 

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