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I sindacati: La Regione Calabria deve cambiare marcia

I sindacati: La Regione Calabria deve cambiare marcia

CATANZARO. Si è svolta a Lamezia Terme la programmata riunione degli esecutivi unitari per fare il punto sulla situazione economico-sociale della regione. “Nel corso dei lavori – spiega una nota – è stata fatta un’analisi dei principali punti di crisi aperti e sulle iniziative da intraprendere in un’ottica, sempre auspicabile, di unità sindacale. Sul piano delle politiche nazionali Cgil, Cisl e Uil esprimono forte contrarietà per la situazione della viabilità in Calabria, oggi letteralmente al collasso. Sulle politiche regionali gli esecutivi unitari hanno evidenziato i ritardi già denunciati e confermati dal rapporto della Banca d’Italia ribadendo il giudizio critico espresso all’incontro del 20 con il governatore a seguito della manifestazione di protesta sul precariato. Necessita da parte della Regione una totale inversione di marcia – scrivono – rispetto all’azione fino ad oggi porta avanti dalla giunta regionale. Così come si rende necessaria una spinta verso le politiche attive del lavoro ed una corretta gestione della spesa dei fondi di coesione, come già sottolineato nel comitato di sorveglianza del Por, dove sono emersi evidenti ritardi sugli assi lavoro e fondo sociale. Gli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil “hanno ribadito l’assoluta necessità di perseguire l’unità d’intenti fra le sigle sindacali confederali e territoriali, quale unico strumento per riportare nell’agenda politica del governo regionale e di quello nazionale i tanti problemi ancora irrisolti di questa Regione. In questo contesto i sindacati – così come concordato unitariamente, si riservano di mettere in campo ogni azione utile fino a quando non si avranno segnali concreti di inversione di tendenza”. Sull’autostrada A2, “al di là degli annunci e delle inaugurazioni farsa – scrivono – oggi la realtà si presenta in tutta la sua gravità per gli infiniti lavori che interessano ancora lunghi tratti dell’arteria con disagi enormi per le comunità interessate e per le enormi difficoltà nei collegamenti soprattutto nell’attuale periodo estivo. Tutto questo, è bene precisarlo, è dovuto esclusivamente a lavori di restyling che nulla hanno a che vedere con il necessario completamento dei tratti compresi tra gli svincoli di Cosenza Sud – Grimaldi, Morano – Castrovillari, Pizzo – Sant’Onofrio, così come originariamente previsto e inspiegabilmente revocato”. Per quanto riguarda la SS 106 “la Calabria – si legge – a seguito del ritiro della delibera Cipe da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per il finanziamento del III Macrolotto, sembra destinata a subire un’altra appropriazione indebita”. Su queste questioni, così come su Gioia Tauro, Cgil, Cisl e Uil “rinnovano la richiesta d’incontro al Governo nazionale, sollecitando in tal senso, un deciso intervento del Presidente della Giunta regionale”. Analoga sollecitazione rivolgono alla politica nazionale e regionale “per la situazione aeroportuale della nostra regione che di fatto oggi vede funzionante un solo scalo, quello di Lamezia Terme. Urge un vero piano industriale – è scritto – sul sistema aeroportuale regionale che possa fornire risposte al diritto di mobilità, già fortemente compromesso, dei calabresi”. Per Cgil, Cisl e Uil “non è rinviabile da parte di Regione e società di gestione l’attuazione di un’adeguata programmazione dei servizi volativi finalizzata all’implementazione delle attività turistiche e produttive. Sulla sanità le aspettative che il piano di rientro potesse divenire un’occasione di vera riorganizzazione dei servizi e di razionalizzazione della spesa sono andate deluse. Obiettivi, come è del tutto evidente, non ancora raggiunti dopo anni. Disattese le aspettative sulrisanamento, sul superamento delle inadeguatezze progettuali e organizzative, sull’eliminazione degli sprechi, in direzione di una maggiore efficienza ed efficacia, pur rispettando l’esigenza di tenere i bilanci sotto controllo. Invece i tagli operati senza una cognizione basata sulle esigenze territoriali e la riduzione della spesa hanno assottigliato il profilo qualitativo e quantitativo dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria con conseguenze del tutto negative per i cittadini calabresi e gli stessi operatori del settore”. Per questi motivi i sindacati, “anche alla luce dei dati ribaditi dall’Agenas, sono convinti che il commissariamento del settore non abbia dispiegato gli effetti sperati ma, allo stesso tempo,ritengono che le responsabilità dei ritardi evidenti del sistema sanitario calabrese siano equamente distribuibili fra la struttura commissariale e l’amministrazione regionale. Il Governo nazionale, sulla partita della sanità così come sulle tante vertenze ancora aperte, non può continuare a girarsi dall’altra parte e disattendere gli impegni sottoscritti con i cittadini calabresi”. Sulle politiche per il lavoro i sindacati “stigmatizzano i ritardi sull’avvio delle politiche attive, e sollecitano con forza la realizzazione di un vero Piano per il lavoro e l’occupazione strettamente legato alle prospettive di rilancio dell’economia regionale puntando prioritariamente sulle principali opportunità presenti, POR 2014-2020 e Patto per la Calabria, per le quali si impone una decisa velocizzazione della spesa”. I sindacati chiedono inoltre un forte impegno alla deputazione calabrese e al Governo regionale “per la forestazione e gli LSU/LPU, tenendo conto dell’avvicinarsi di scadenze importanti come il DEF e la Legge di Stabilità”.

 

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