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Lavoro, la Cgil: “Renzi non verrà a Gioia Tauro perchè non ha risposte”

GIOIA TAURO. La segreteria della Cgil della Piana di Gioia Tauro, in una nota, critica le politiche del governo per la Calabria e Gioia Tauro. “Nel mese di maggio e poi ad agosto – si legge – il Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva annunciato pubblicamente e nelle sedi istituzionali la sua presenza a Gioia Tauro per il prossimo 7 novembre per esporre il piano di rilancio della Calabria e della Piana, a cominciare dal porto di Gioia Tauro e della sua prospettiva industriale, i risultati della “cabina di regia” sui problemi drammatici della regione e le soluzioni da offrire ai precari calabresi. Invece – continua il docuento – il 7 novembre Renzi non verrà a Gioia Tauro e neanche in Calabria. La motivazione ufficiale è che attende l’elezione del nuovo Presidente della Regione. Le ragioni vere, invece, sono altre, come è del tutto evidente”. Secondo la Cgil “il presidente Renzi non ha risposte da dare sullo sviluppo del Porto, cioè dell’unica infrastruttura che come anche di recente hanno sottolineato i maggiori istituti economici nazionali, può rilanciare lo sviluppo produttivo e industriale della Calabria; non è in grado di assicurare un impegno concreto sull’istituzione della ZES; non può assicurare investimenti sul sistema ferroviario in grado di far uscire il porto dall’isolamento col resto d’Europa; non può dare alcuna certezza su un serio piano per la logistica nell’area. Fino ad adesso, infatti, si è limitato a spot e slogan. Per Gioia e la Calabria nessuna proposta. Il Presidente Renzi – continua la nota – non verrà il 7 novembre perchè non riesce a garantire neanche quello che in Prefettura a Reggio aveva assicurato: il reddito per migliaia di precari calabresi, per i percettori di ammortizzatori in deroga molti dei quali avanzano anche i sussidi del 2013″. A parere della Cgil ” il governo non può pensare di non mettere cospicue risorse per i precari calabresi perchè la Calabria, a prescindere dal chi guiderà la prossima Giunta regionale, da sola non ce la può fare. Il Presidente Renzi – ès critto – non verrà il 7 novembre perchè nella legge di stabilità non ci sono le risorse per gli LSU e LPU dal 1 gennaio 2015, per cui migliaia di lavoratori saranno estromessi dal lavoro e centinaia di Comuni non potranno più erogare servizi pubblici essenziali. Il Presidente Renzi – si legge ancora – non verrà il 7 novembre a Gioia Tauro perchè non ha uno straccio di proposta sul futuro della Calabria. Ma i lavoratori, i precari, i disoccupati calabresi sono allo stremo, non possono più aspettare, hanno bisogno di soluzioni immediate ai loro problemi”. Per questo, recita la nota, “la Cgil continuerà nella mobilitazione con le proprie proposte. Questi sono i motivi che ci spingono a chiedere ai sindaci della Piana di Gioia Tauro, senza differenza di schieramento politico, di partecipare con la fascia tricolore alla manifestazione del prossimo 7 novembre a Gioia con concentramento alla rotonda del quadrivio Sbaglia alle ore 9. Ed anche ai parlamentari ed agli altri rappresentanti istituzionali – prosegue il comunicato stampa – chiediamo di essere presenti e di svolgere fino in fondo il ruolo a cui sono stati chiamati dal popolo che li ha eletti. Noi chiediamo l’immediata istituzione presso la Presidenza del Consiglio del tavolo permanente sulla Calabria e sulla Piana. Bisogna impedire che il governo colpisca i patronati che offrono servizi di assistenza sociale e previdenziale a cittadini, disoccupati, pensionati che ne verrebbero privati. E’ necessario cambiare radicalmente il job acts che colpisce il futuro del mondo del lavoro e non dà sufficienti coperture finanziarie per gli ammortizzatori. E’ fondamentale – scrive ancora la Cgil – difendere l’art.18 allargando le tutele contro i licenziamenti illegitimi e senza giusta causa a tutti, anche ai nuovi assunti. Il 7 novembre è solo un’altra tappa di una battaglia sociale lunga e complicata dal cui esito però dipenderà il futuro del Paese, della Calabria e della Piana di Gioia Tauro”. La Cgil conclude affermando che “dopo il 7 sarà sciopero generale”.

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