L’analisi impietosa di Confindustria: al Sud un giovane su due non lavora

L’analisi impietosa di Confindustria: al Sud un giovane su due non lavora

Motori al minimo per l’economia meridionale. Secondo la tradizionale analisi di mezza estate condotta da Confindustria e Srm-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Centro studi del Gruppo Intesa Sanpaolo) il Sud, nei primi mesi del 2019, vede affievolire la sua capacità di spinta, e i segnali di frenata, già ampiamente visibili a fine 2018, rischiano di diventare veri e propri arretramenti. Aumentano- sostiene lo studio presentato dal vicepresidente per la coesione territoriale di Confindustria Stefan Pan, alla presenza del presidente Vincenzo Boccia , della ministra per il Sud Barbara Lezzi e del direttore di Srm Massimo Deandreis – il numero e l’intensità dei campanelli di allarme sul rischio di rallentamento dell’attività economica” e “il passo dell’economia meridionale si fa più lento”. Inoltre nel Sud i disoccupati sono circa 1 milione e 500 mila, mentre molti di più sono gli inattivi. Il tasso di attività si ferma al 54% e quello di occupazione al 43,4%. Resta particolarmente elevata la disoccupazione giovanile, che raggiunge il tasso record del 51,9%: in pratica, più di un giovane meridionale su due non lavora. L’analisi sottolinea che l’andamento degli occupati mostra elementi positivi mescolati a quelli negativi, con questi ultimi che prevalgono nei mesi più recenti (-2,2%): il primo trimestre 2019 è infatti il terzo trimestre di fila a far segnare un andamento negativo, cosicché, gli occupati al Sud tornano sotto la soglia dei 6 milioni, con un calo nella maggior parte delle regioni, tranne Molise, Puglia e Sardegna.

redazione@giornaledicalabria.it

 

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