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Il sindaco di Lamezia non ci sta: “La città sta per subire un abuso”

Il sindaco di Lamezia non ci sta: “La città sta per subire un abuso”

CATANZARO. “Andrò via per un gioco di potere”. Lo ha detto il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, al termine di una riunione in prefettura convocata sulla vicenda della richiesta di scioglimento del Comune lametino per presunte infiltrazioni mafiose, richiesta che è al vaglio del Consiglio dei ministri. “Oggi – ha aggiunto – è stata un’altra giornata negativa per chi crede nel senso etico dello Stato e nello Stato di diritto. Dopo tre richieste formali di incontro, la prima fatta a settembre, oggi sono stato convocato in prefettura credendo di poter finalmente spiegare la situazione e chiarire i dubbi relativi alle risultanze della commissione d’accesso in modo da evitare che una città e un territorio venissero massacrati. Con grande sconcerto – ha rilevato il sindaco Mascaro – ho preso atto che ci si è semplicemente limitati a chiedermi se avevo qualcosa da dichiarare, e questo – attenzione – dopo che per tre volte avevo chiesto allo Stato un incontro e dopo aver già inviate tre corpose memorie da cui si evince l’assoluta correttezza dell’operato della mia amministrazione. È poi paradossale che solo oggi dal verbale finale di questa riunione apprendo che la commissione d’accesso ha concluso la sua attività mentre molto già era emerso nelle scorse settimane da fughe di notizie dai giornali”. Mascaro ha poi aggiunto: “Proseguirò lo sciopero della fame a tutela della legalità e della democrazia. Si sa già – o almeno è questa la voce – che nei prossimi giorni il mio territorio verrà massacrato e questo avverrà senza aver dato la possibilità al rappresentante del popolo di poter spiegare la sua posizione. Lamezia – ha affermato il sindaco – subisce un gravissimo abuso, perché non c’è atto o provvedimento della mia amministrazione che possa dare adito a dubbi e motivare lo scioglimento, anzi possiamo dire che abbiamo contrastato la criminalità con grande coraggio, come mai avvenuto in città”. Mascaro ha criticato l’attività della commissione d’accesso insediata al Comune che – ha detto – “ha commesso il clamoroso errore di aver disatteso la mia richiesta di incontro: se l’avesse accolta non avrebbero avuto alcun dubbio”. Il sindaco di Lamezia ha poi attaccato il presidente della commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi che – ha proseguito – “ieri si è permessa di dire, a procedimento ancora in corso, che c’erano elementi per lo scioglimento del Comune di Lamezia e che addirittura il Consiglio dei ministri è pronto a decidere mentre il sindaco di Lamezia solo oggi conosce l’esito della commissione. Questa – ha rimarcato ancora Mascaro – è barbarie, è ipocrisia, è la morte dello Stato di diritto. Sono fortemente e profondamente deluso dal comportamento di uomini che si trovano a governare le istituzioni dello Stato”. Sul possibile scioglimento del Comune di Lamezia Terme secondo Mascaro “probabilmente influisce la colorazione politica di coloro che stanno decidendo le sorti della città di Lamezia Terme, ma ho anche la sensazione che possano aver influito anche altre cose, come a esempio il mio impegno per il potenziamento dell’area centrale della Calabria, che può aver determinato in altre aree timori e preoccupazioni. Con certezza e con coraggio però – ha sostenuto il sindaco – posso dire con che il consiglio comunale non viene sciolto perché ci sono atti o provvedimenti in cui si può dimostrare l’infiltrazione mafiosa ma viene sciolto per motivazioni che la storia farà emergere. E rimarco che a Lamezia Terme per la prima volta c’era con me al Comune la certezza di avere un sindaco osteggiato dalla criminalità organizzata: del resto, lo dimostra un’intercettazione nell’inchiesta “Crisalide” nella quale il reggente di una cosca il giorno prima del ballottaggio dice alla moglie di non andare a votare perché con la mia vittoria non avrebbero ricavato nulla di buono”. Mascaro, che ha già annunciato l’intenzione di ricorrere al Tar nel caso di scioglimento del Comune, ha quindi concluso: “Andrò via per un gioco dio potere, mi manderanno a casa perché probabilmente stavo infastidendo tanti, ma ho la coscienza pulita e ho l’orgoglio di dire che ho ridato a Lamezia Terme la speranza e le regole della buona amministrazione, e ho dato il massimo impegno affinché questa città e l’area centrale della Calabria potessero rinascere”.

 

 

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