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L’Albergo delle Fate “fotografa” il declino della Sila Catanzarese

L’Albergo delle Fate “fotografa” il declino della Sila Catanzarese

CATANZARO. È chiuso da anni e rischia ormai di cadere a pezzi il Grande Albergo delle Fate, di Villaggio Mancuso. La struttura turistica, realizzata interamente in legno, è diventata, suo malgrado, l’immagine più forte ed emblematica del declino della Sila piccola Catanzarese. Un processo di degrado, lento e apparentemente inesorabile, in un’area che pure ha conosciuto stagioni di grande interesse e, anche, di glamour, con la presenza di autentiche star del cinema e dello spettacolo come Sophia Loren, Silvana Mangano e Amedeo Nazzari. Questi ultimi due, nella zona in cui sorge l’albergo, girarono “Il lupo della Sila” (1949). L’incuria, con strutture cadenti, porte sbarrate e segni sempre più evidenti di un disfacimento che avanza di giorno in giorno, si sta impossessando di questo vero e proprio “monumento”, pensato e realizzato negli anni Trenta del secolo scorso da quell’autentico pioniere del turismo montano che fu Eugenio Mancuso. Abbandono che non risparmia anche le molte, non tutte per fortuna, caratteristiche casette in legno che lo circondano. Ma l’aria di innegabile disarmo che aleggia attorno al “fu” Grande Albergo delle Fate, da una stagione estiva all’altra, si respira un pò dovunque, da Villaggio Mancuso a Racise, da Monaco a Ciricilla. E non promette niente di buono.

 

 

 

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