La denuncia di Guccione: “Centri per l’impiego senza personale”
“Si ripropone, come già anticipato da tempo, la gravosa questione legata alla mancanza di personale nei Centri per l’impiego della Regione Calabria. Lo scorso dicembre 2018 avevo presentato un’interrogazione a risposta scritta dove si metteva in evidenza che il carico lavorativo per ogni dipendente risultava e continua ad essere pari a un rapporto di un dipendente su 3000 utenti. Un problema che non può più essere procrastinato anche in considerazione dei nuovi adempimenti che si presenteranno nell’imminente futuro e per la messa a regime degli interventi previsti nell’ambito del reddito di cittadinanza”. A riproporre la questione è Carlo Guccione, consigliere regionale, che aggiunge: “L’attuazione di tale programma comporterà un carico lavorativo non proporzionato al già esiguo organico in forza nei Centri per l’impiego della Regione Calabria. Considerando che con l’introduzione della quota 100 per il pensionamento anticipato tale situazione si aggraverà maggiormente in quando si riduce ulteriormente il numero dei dipendenti impegnati nei centri pubblici per il lavoro. I primi sintomi di carenza di personale cominciano a intravedersi in particolare negli uffici periferici locali in cui il personale avviato al pensionamento non viene sostituito. La situazione che si registra attualmente nel Comune di Acri – fa rilevare – rappresenta il primo esempio di questo scenario denunciato ma rimasto per troppo tempo inascoltato. A breve il caso di Acri si estenderà inevitabilmente presso altri uffici, come ad esempio a Montalto Uffugo, che rappresentano un punto di rifermento importante, anche di legalità, nelle varie periferie regionali. Come mai la Regione Calabria non ha provveduto a una riorganizzazione del personale, così come avevo sollecitato anche attraverso l’interrogazione? A distanza di sei mesi – denuncia – tutto è rimasto invariato”. Guccione afferma che “la Regione non ha provveduto a potenziare il personale presente nei centri pubblici per il lavoro. Di conseguenza oggi sussistono Centri per l’impiego in cui si registra un numero di dipendenti sufficienti, o in esubero, e altri in cui, a causa dell’esiguo numero di operatori, non si riescono a garantire i livelli essenziali dei servizi.”
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