La Cgil Calabria: “La proroga dei Rettori proposta da Forza Italia determina un’ingerenza politica nelle Università”
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“L’emendamento presentato da Forza Italia per la proroga del mandato al 31 dicembre del 2027 dei Rettori delle Università con una facoltà di medicina situate nelle regioni interessate da piani di rientri sanitari negli ultimi tre anni, rappresenta l’ennesima dimostrazione, attraverso un’ingiustificabile ingerenza della politica, del tentativo mirato al controllo dell’autonomia degli organi di governo delle università”. Lo affermano, in una nota congiunta, il segretario generale Cgil Calabria Gianfranco Trotta, il segretario generale Flc Cgil Calabria Mimmo Denaro, il segretario generale Cgil Cosenza Massimiliano Ianni e il segretario generale Flc Cgil Cosenza Francesco Piro. “In Calabria -proseguono- tutto ciò assume un significato ancora più preoccupante. Riconosciamo il grande impegno profuso in tutti questi anni dal rettore dell’Unical, Leone, ne abbiano sempre apprezzato le qualità umane e professionali. Ed è proprio per queste ragioni che siamo ancora di più preoccupati di fronte al tentativo di forzare, attraverso un emendamento proposto dalla stessa forza politica del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto la durata del mandato. Non ne comprendiamo le ragioni (così come non le abbiamo comprese in passato con l’allora rettore La Torre) se non quelle mirate al tentativo, caratteristico del modus operandi di chi sta al potere, del controllo politico sull’autonomia dell’università”. “Per quanto ci riguarda -affermano i sindacalisti della Cgil- l’obiettivo della facoltà di medicina istituita ed operante all’Unical, non è certamente quello di sostituirsi al ruolo della sanità pubblica, indebolire gli altri atenei presenti nella regione o, peggio ancora, tentare di creare commistioni per futuri interessi elettorali. Il Rettore non può essere un soggetto che risponde e dipende dalla politica né può diventarlo. Egli è, da sempre, espressione dell’autonomia degli atenei attraverso l’elezione democratica fra docenti ordinari di ruolo. Ed è per questo che la non rieleggibilità dopo i sei anni di mandato non può essere superata da logiche che nulla hanno a che vedere con la missione culturale e sociale di un importante Ateneo come quello di Arcavacata”.