Italcementi, a Castrovillari sciopero ad oltranza degli operai

CASTROVILLARI. I lavoratori dell’Italcementi di Castrovillari, così come deciso al termine dell’assemblea, hanno iniziato lo sciopero ad oltranza per protestare contro il progetto dell’azienda di trasformare lo stabilimento in centro di macinazione. Gli operai ritengono che il progetto porterà a ridurre il personale a 25 unità rispetto alle 76 attuali. “Chiediamo al Governo di trattare con Italcementi – affermano gli operai – per la concessione della cassa integrazione”. I lavoratori dello stabilimento di Castrovillari hanno inoltre evidenziato che “le scelte industriali le fa chi acquista non chi vende”. “Vogliamo – proseguono – la stessa dignità di tutti gli altri 2.700 lavoratori del gruppo Italcementi. Vogliamo una cassa integrazione che ci tenga tutti dentro, senza compromettere il futuro di nessun stabilimento e di nessun lavoratore. Andremo fino in fondo. Lo sciopero di stamattina è solo l’inizio. La nostra battaglia di civiltà e di lavoro continuerà a oltranza”. “Le ragioni dello sciopero deciso dagli operai dello stabilimento Italcementi di Castrovillari sono da individuarsi nella scelta dichiarata della proprietà di trasformare la fabbrica in centro di macinazione con conseguente riduzione dei posti di lavoro che da circa ottanta diventerebbero 25 senza considerare i riflessi negativi per un indotto che coinvolge più di 200 persone”. È quanto scritto in un documento sottoscritto dalla Filca Cisl di Cosenza e dalla Fillea Cgil di Castrovillari. “Il Governo – proseguono i sindacati – nell’ultimo incontro tenutosi al Ministero del Lavoro ha dato la disponibilità a concedere una Cigs a condizione che ci siano investimenti e che soprattutto non si chiudano fabbriche. Questa volontà chiaramente è da ravvisarsi nella opportunità, in attesa che subentri la nuova proprietà Heidelberg Cement non prima dell’estate del 2016, di mantenere la struttura industriale intatta e tutti i lavoratori all’interno del perimetro aziendale. Ciò anche in considerazione del fatto che il Ministro Guidi ed il Governo hanno sempre dichiarato, e noi riteniamo che sia giusto così, che dovranno essere i nuovi proprietari a presentare un nuovo piano industriale che miri a proteggere quella che è da tutti definita una “eccellenza italiana” fatta di uomini, professionalità e ricerca. Oggi la Cigs annunciata da Italcementi, in contraddizione con quanto richiesto dal Governo, nell’ultimo incontro romano concederebbe sì la copertura a tutti i lavoratori ma allo stesso tempo farebbe delle scelte industriali che soprattutto al Sud dismetterebbero due fabbriche Salerno e Castrovillari contravvenendo all’ultimo piano industriale presentato anche in sede ministeriale nel 2013”. “Teniamo a precisare – concludono Cgil e Cisl – che tale richiesta di attivazione della Cigs per riorganizzazione non contempla tecnicamente la necessità di queste scelte industriali drastiche e pertanto potrebbe essere attivata non toccando la struttura industriale italiana permettendo così al Governo ed alle Istituzione di arrivare al confronto con Heidelberg senza pregiudicare il futuro della multinazionale italiana. Il Sud e la Calabria non hanno bisogno di altri “scippi” ed è paradossale che mentre Anas ed il Governo annunciano più di 3 miliari e mezzo di investimenti infrastrutturali nel nostro territorio, Italcementi chiude gli impianti industriali”. “Non comprendiamo il perché la Italcementi nel dichiararsi disponibile all’attivazione di una Cigs proponga nel contempo senza che se ne ravvisi la necessità tecnico-giuridica, un piano industriale diverso da quello del 2013 che vede la chiusura della fabbrica di Castrovillari con conseguente trasformazione in centro macinazione”. È quanto scrivono, sulla vertenza Italcementi, il presidente del Parco Nazionale del Pollino, Mimmo Pappaterra, e i sindaci di Castrovillari, Civita e Frascineto, Mimmo Lo Polito, Alessandro Tocci e Angelo Catapano in una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, al Sottosegretario del Ministero del Lavoro, Teresa Bellanova, al Presidente delle Giunta regionale, Mario Oliverio, al Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Occhiuto, e a all’intera deputazione parlamentare calabrese. “Non lo comprendiamo – prosegue la lettera – perché abbiamo appreso con favore che nell’incontro tenutosi il 19 Novembre scorso presso il Ministero del Lavoro presieduto dal sottosegretario Teresa Bellanova, il Governo si è espresso in maniera chiara sia sulla possibilità di concedere un ammortizzatore sociale sia sulla necessità che non si perdano posti di lavoro con chiusura di fabbriche prima del confronto con la nuova proprietà Heidelberg Cement. Concordiamo nel ritenere che ad oggi l’unico piano industriale da tenere come riferimento sia quello del 2013 e apprezziamo la fermezza nel dire che non si possono svendere i gioielli di famiglia e che i 2700 posti di lavoro vanno salvaguardati a partire dal Sud Italia. La trasformazione del cementificio di Castrovillari in centro di macinazione rappresenterebbe la fine industriale di una realtà storica e strategica per il territorio oltreché la perdita definitiva di oltre 200 posti di lavoro fra diretti e indotto. Francamente non ne ravvisiamo l’utilità e soprattutto non pensiamo che la Italcementi possa in questa fase fare scelte pregiudizievoli, che non avrebbero altro che come obiettivo anticipare decisioni che dovranno essere altri a prendere (Heidelberg), in un confronto sereno e a tessuto industriale invariato con il Governo e le Istituzioni che presiedono i processi di sviluppo dei propri territori. Non dobbiamo permettere a nessuno di svincolarsi dalle proprie responsabilità”. “Pertanto – concludono – rivolgiamo a voi l’invito di non permettere ulteriori danni al Sud e alla Calabria, orientando le vostre decisioni e i vostri interventi esclusivamente in questa fase nella ricerca e concessione (nell’ ambito della vostra interlocuzione con la Italcementi Spa) di un ammortizzatore sociale Cigs che tenga dentro tutto il perimetro aziendale sia per quanto riguarda le maestranze sia per quello che attiene il mantenimento delle fabbriche in essere per come previsto dal piano industriale 2013”.