Inaugurata al “Marca” di Catanzaro la mostra “Fuori Confine”

Inaugurata al “Marca” di Catanzaro la mostra “Fuori Confine”

Nuove forme di espressione e di innovazione: sono questi gli obiettivi fondamentali della mostra “Fuori Confine”, inaugurata presso il Museo MARCA di Catanzaro, giovedì 18 settembre. Un progetto ambizioso, quanto creativo, realizzato dalla sinergia tra la Provincia di Catanzaro e la Dena Foundation for Contemporary Art, a cura di Alberto Fiz e Serena Carbone. “Fuori Confine” indica uno spazio dedicato alla creatività, che è anche libertà e autonomia, possibilità di esprimere le proprie idee. La mostra sarà visibile fino al 26 ottobre e risalta il talento artistico di giovani creativi che hanno avuto la possibilità di misurarsi con un contesto internazionale. E’ stato il caso di Laura Stancanelli, vincitrice della III edizione della Borsa di studio all’estero per giovani artisti calabresi, promossa dalla Provincia di Catanzaro, il MARCA e la Dena Foundation for Contemporary Art. Gli altri finalisti sono: Silvia Pujia, Maria Teresa Zingarello e Sebastiano Dammone Sessa. Laura Stancanelli, con la sua installazione ambientale “Listening Room”, intreccia una moltitudine di storie, rinchiuse in una camera angusta e solitaria. La solitudine dei nostri tempi è, infatti, arricchita dal dialogo e dall’ascolto, che relazionano molteplici individui. Il muro- come sostenuto da Alberto Fiz- non separa, ma ha una funzione recettiva, disposto ad ascoltare e a farsi ascoltare. Lo spazio della Stancanelli, secondo Serena Carbone, simboleggia una casa, che dà vita all’ascolto, sintonizzando il tempo interiore di chi ascolta e chi viene ascoltato. Diversa è la perfomance di Silvia Pujia e Maria Teresa Zingarello, in cui emerge il risvolto politico. Il titolo “A-POLIDI. Acquae et igni interdicti” vuole indicare un gruppo di apolidi, ovvero di persone prive di cittadinanza, all’interno di un triangolo di sale, che simbolicamente , si spogliano del loro status di cittadinanza, non inteso come condizione di marginalità, ma di annullamento delle differenze e simbolo di uguaglianza. Le esposizioni di Sebastiano Dammone Sessa, invece, denotano  una connotazione spazio-temporale, con richiami letterari. Con il termine “Gironi” si riferisce alla discesa degli inferi narrata da Dante, arricchita dall’esperienza artistica, che si fonde nella spazialità e costruzione della materia, oltre alla regolarizzazione della forma.

                                                                                                                 Matilde Altomare

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Giuseppe Soluri